Benefici del parlare con uno sconosciuto Di FRANCESCA BARBA

sesso-con-uno-sconosciutoVi è mai capitato di ritrovarvi a parlare del più e del meno con uno sconosciuto, uno che poi è uscito dalla vostra vita esattamente come vi era entrato e di pensare che sia stata una delle migliori conversazioni mai avute della vostra esistenza?

Se la risposta è affermativa, sappiate che non siete i soli.

Alcune ricerche effettuate dalla University Chicago of Booth School of Business e condotte da Nicholas Epley e Juliana Shroeder, attraverso alcuni esperimenti hanno dimostrato che la “chiacchiera con lo sconosciuto” (che può avvenire in una sala d’attesa, su un autobus, con il vicino durante un volo, ecc.) ha di fatto effetti benefici sull’umore.

L’esperimento, effettuato grazie all’aiuto di alcuni pendolari reclutati nelle stazioni di Chicago,

consisteva nel dividersi tra “oratori” e “solitari”. I primi, con il compito di “attaccare bottone” con degli sconosciuti durante il loro viaggio; i secondi con il compito di mantenere la loro condizione di “silenziosità”.

NINO-E-VITALIANOIl risultato è stato  che tutti i pendolari “oratori” hanno ammesso che parlare con uno sconosciuto durante il tragitto è stato piacevole, tanto che il viaggio è sembrato loro più breve. Anche gli “sconosciuti”, parti non consapevoli dell’esperimento, successivamente intervistati hanno espresso  la stessa buona sensazione.

Epley ha affermato che “gli oratori sembravano tutti più felici rispetto ai solitari”.

Ma come mai la “chiacchiera con lo sconosciuto” è cosi benefica?

Oscar Brenifier, che nei suoi corsi di filosofia pratica insegna l’arte del dialogo, afferma che “la storia ci ha mostrato che spesso il dialogo anche con chi non si conosce è un’esperienza liberatoria, da cui deriva piacere e la sensazione di un successo personale”.

In un virtuale elenco di benefici, le due parole scambiate con uno sconosciuto possono portare a riflessioni più profonde, alla sensazione di sentirsi in contatto con il mondo, alla rassicurante consapevolezza del “saper parlare”.

castle-21Secondo Enrica Quaroni, docente di Programmazione neolinguistica ai Manager, “quando si parla si riattivano i circuiti neuronali che esponono alle esperienze emotive. Si rafforza l’opinione di se e dell’altro e si rimettono in circolo emozioni con cui si aveva il bisogno di fare i conti. Inoltre si crea una variazione – anche se momentanea – tale per cui si attiva l’apprendimento per differenza”.

Per beneficiare di questi effetti positivi però, è necessario rompere la cosiddetta “psicotrappola della difesa in anticipo” ovvero quel meccanismo – appunto – di difesa che crea un circolo vizioso del rifiuto.

Bisogna imparare a comunicare partendo dal “non verbale”: uno sguardo, un sorriso rivolto ad un sconosciuto innesca un processo di accoglienza, fa sentire le persone accettate, importanti e attiva i cosiddetti neuroni specchio.

Ma attenzione: il benessere derivato da un incontro con uno sconosciuto vale quanto una seduta

terapeutica e come tale deve avere un inizio ed una fine. Non una amicizia, quindi, né la ricerca di un nuovo amore ma pura relazione umana. Una vera medicina per l’anima.

        Francesca Barba

Citazioni e fonti: Corriere.it-University Chicago of Booth School of Business-Nicholas Elpey-Juliana Shroeder-Oscar Brenifier-Enrica Quaroni

L’EUROPA, QUESTA SCONOSCIUTA! CHIARA BERNARDI

Si sente sempre più parlare (male) dell’Europa.

Par8294904-kOOE-U43120602403384UyC-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443Non troppo tempo fa si sentivano anche le urla di qualche politico nostrano che incitava “usciamo dall’Europa e dall’Euro!”.

Questo astio è dovuto sicuramente al carico fiscale che Bruxelles ci impone, tuttavia l’Unione non è solo imposizione economica e spread.

Oltre a questi elementi che sembrano caratterizzare maggiormente l’Europa dal punto di vista giornalistico, non si deve dimenticare di citare l’altra faccia della medaglia, ovvero l’ingente quantità di fondi che l’Europa mette a disposizione dei Paesi membri.

Ecco, sarebbe meglio intitolare l’articolo “Fondi europei, questi sconosciuti”.

Renzi-6752-675x275Si perché, magari non tutti sanno che l’Italia è uno dei Paesi che maggiormente contribuisce a formare il bilancio comunitario, ma al contempo è uno dei Paesi che si posiziona come fanalino di coda in Europa nell’utilizzo e nella gestione dei fondi comunitari.

Una recente ricerca dell’Eurispes ha dichiarato che il Bel Paese spende meno della metà dei fondi che ha a disposizione.

In tempi di crisi come questi, leggendo questi dati, viene da dire che è un vero e proprio sperpero di denari pubblici.

Questo fatto è ancor più grave se si considera i dati della disoccupazione giovanile in Italia.

Proprio questi fondi infatti potrebbero essere la base per far ripartire il mercato del lavoro giovanile.

ghr1020Per esempio con questi soldi si potrebbero finanziare corsi di formazione per giovani neet; e perché no, prevedere, oltre al corso, anche un eventuale stage formativo.

Ovvii i benefici che ne deriverebbero: il giovane potrà inserirsi nel mondo del lavoro con più facilità, l’azienda invece si ritroverebbe con una “leva” da formare e far crescere all’interno della propria struttura. Il tutto, a costo zero.

Ecco questi dati sono allarmanti se si considera il periodo storico e lo spreco che ne deriva.

images (2)Tuttavia l’Europa, che tanti definiscono “cattiva”, dà all’Italia un’ulteriore possibilità. Le concede di utilizzare i fondi non spesi della precedente programmazione fino al 31 dicembre 2015.

Con l’auspicio di vedere investiti questi finanziamenti nel migliore dei modi da chi ne ha le competenze, spero che il Bel Paese possa “imparare la lezione” e posizionarsi in prima fila nella gestione dei fondi Horizon 2020.

         Chiara Bernardi