Abba

Gli ABBA sono un gruppo musicale pop svedese, e, in generale, il gruppo scandinavo di maggiore successo. Hanno venduto più di 400 milioni di dischi in tutto il mondo, con una costante vendita ogni anno.[4] Gli ABBA hanno raggiunto un successo mondiale e sono considerati tra i più celebri esponenti della musica pop internazionale.

Il nome del gruppo deriva da un acronimo formato dalle lettere iniziali dei nomi dei membri (Agnetha, Benny, Björn e Anni-Frid) e lo si trova scritto anche come Abba. La prima ‘B’ nella seconda versione del logo del nome del gruppo appare rovesciata a partire dal 1976 (ᗅᗺᗷᗅ) in tutte le copertine dei loro dischi e del materiale promozionale

Il gruppo si costituì intorno al 1970 con la formazione che avrebbe sempre mantenuto: Björn Ulvaeus, Benny Andersson, Agnetha Fältskog e Anni-Frid Lyngstad (meglio conosciuta come “Frida”). Quattro anni dopo erano già all’apice della loro carriera musicale dopo aver vinto l’edizione dell’Eurovision Song Contest nel 1974 con Waterloo; da allora raggiunsero grande successo e popolarità mondiali. Al massimo della loro celebrità, entrambi i matrimoni dei componenti del gruppo (Björn con Agnetha e Benny con Frida) fallirono. Il gruppo si sciolse nel 1982 e, per più di trent’anni, nessuna riunione venne più progettata dai quattro; nel 2000 fu proposto agli ABBA di riunirsi per un tour di 100 concerti in cambio di un compenso pari a un miliardo di dollari[5], ma rifiutarono “per non deludere i fan”. Il 15 marzo 2010 sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame.

Nel 2018 annunciano il ritorno all’attività, riprendendo ad incidere due nuovi brani, di cui uno intitolato I Still Have Faith In You[8]. Il ritorno si fa attendere, anche a causa della pandemia di coronavirus, fino al 2 settembre 2021, quando finalmente vengono pubblicati due nuovi singoli (I Still Have Faith In You / Don’t Shut Me Down) come anteprima di un intero nuovo album (Voyage), la cui uscita è prevista il 5 novembre 2021, e viene annunciata una serie di concerti a Londra nel maggio 2022.

Gli ABBA sono stati il primo gruppo non anglofono d’Europa a raggiungere un successo così ampio nei paesi anglofoni del mondo, come il Regno Unito, l’Irlanda, gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Sudafrica. Tra i loro maggiori meriti c’è la legittimazione dell’industria musicale scandinava come fonte di successo internazionale, che ha spianato la via ad altri gruppi svedesi dei più diversi sottogeneri pop e rock come Ace of Base, Rednex, Roxette, The Cardigans, Alcazar, The Ark.

Cosa dice la gente

Il modo per cominciare è smettere di parlare e iniziare ad agire.

Walt Disney

Sono le nostre scelte, Harry, che mostrano ciò che realmente siamo, molto più delle nostre abilità.

J. K. Rowling

Non piangere perché è finita, sorridi perché è accaduto.

Dr. Seuss

Andrea Bocelli

Andrea Bocelli (Lajatico, 22 settembre 1958) è un tenore e cantante pop italiano.

Ha registrato diverse opere e 16 album di musica pop e classica.

Dopo aver lavorato per un anno come assistente in uno studio legale, Bocelli decise di lasciare quella mansione per dedicarsi completamente al canto, prendendo lezioni private. Voce tenorile, la sua notorietà incominciò nel 1993, quando cantò il duetto Miserere con Zucchero Fornaciari, per poi consolidarsi con Il mare calmo della sera, firmato da Zucchero, con cui vinse a Sanremo nel 1994 tra le Nuove Proposte. In seguito ha cantato con molti altri notissimi interpreti a livello internazionale, tra cui Luciano Pavarotti, Lady Gaga, Dua Lipa, Ed Sheeran, Jennifer Lopez, Céline Dion, Christina Aguilera, John Miles, Marta Sánchez, Stevie Wonder, Hélène Ségara, Giorgia, Sarah Brightman, Laura Pausini, Natalie Cole, Mary J. Blige e Ariana Grande.

Legato all’etichetta discografica Sugar Music, è uno dei cantanti italiani più conosciuti nel mondo.

Il 2 marzo 2010 il suo nome è stato inserito nella Hollywood Walk of Fame per la sua attività nel campo della musica internazionale. Nello stesso anno, a luglio, ha vinto il “Premio Lunezia nel Mondo” per la qualità musical-letteraria delle sue opere.

Bocelli ha cantato in importanti teatri d’opera: Carnegie Hall, Wiener Staatsoper, Metropolitan Opera House; inoltre, ha inciso come protagonista alcune opere: La Bohème, Madama Butterfly, Tosca, Il Trovatore, Werther, Pagliacci, Cavalleria Rusticana, Carmen, Andrea Chénier, Romeo et Juliette, Manon Lescaut, Turandot e Aida.

All’apertura del World Economic Forum 2015 di Davos, è stato premiato con il Crystal Award. Il 26 settembre 2015 ha cantato nuovamente in presenza di Papa Francesco, in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie di Philadelphia.La famiglia Bocelli ha origini contadine: nel diciottesimo secolo e in parte del diciannovesimo secolo alcuni dei suoi membri furono mezzadri presso la fattoria di Spedaletto, nelle vicinanze di Volterra, di proprietà dei principi Corsini.

Andrea Bocelli nasce a La Sterza, frazione di Lajatico, in provincia di Pisa. I genitori, Edi Aringhieri e Alessandro Bocelli, erano proprietari di un’azienda agricola e anche di un’attività che si occupava di produzione e commercio di macchine agricole.

Ipovedente fin dalla nascita a causa di un glaucoma congenito, a sei anni Andrea entrò in collegio, a Reggio Emilia, per apprendere la lettura in Braille. Andrea Bocelli perse totalmente la vista a dodici anni, a seguito di una pallonata sugli occhi ricevuta durante una partita a calcio.[5]

Laureato in giurisprudenza presso l’Università di Pisa e diplomato in Canto Lirico presso il Conservatorio Giacomo Puccini della Spezia, in gioventù cantò in varie chiese della Valdera e nei pianobar della provincia.

Dopo un primo 45 giri pubblicato nel 1982 per l’etichetta Lido, Amico mio/Quando, nel 1990 firmò un contratto discografico con la Virgin Dischi e pubblicò il suo secondo 45 giri, Il diavolo e l’angelo/Proprio tu.

Nel 1992 Bocelli collaborò con Zucchero Fornaciari, che stava preparando con Luciano Pavarotti la registrazione del brano Miserere, inserito poi nell’omonimo album; Bocelli registra le tracce per il provino del brano, diventando così noto in ambito nazionale. Presto Michele Torpedine, già manager di Zucchero, inizia ad occuparsi anche del prodigioso giovane talento toscano, e il primo risultato arriva con il contratto discografico che lega Bocelli alla Sugar di Caterina Caselli.

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Abba

Gli ABBA sono un gruppo musicale pop svedese, e, in generale, il gruppo scandinavo di maggiore successo. Hanno venduto più di 400 milioni di dischi in tutto il mondo, con una costante vendita ogni anno.[4] Gli ABBA hanno raggiunto un successo mondiale e sono considerati tra i più celebri esponenti della musica pop internazionale.

Il nome del gruppo deriva da un acronimo formato dalle lettere iniziali dei nomi dei membri (Agnetha, Benny, Björn e Anni-Frid) e lo si trova scritto anche come Abba. La prima ‘B’ nella seconda versione del logo del nome del gruppo appare rovesciata a partire dal 1976 (ᗅᗺᗷᗅ) in tutte le copertine dei loro dischi e del materiale promozionale

Il gruppo si costituì intorno al 1970 con la formazione che avrebbe sempre mantenuto: Björn Ulvaeus, Benny Andersson, Agnetha Fältskog e Anni-Frid Lyngstad (meglio conosciuta come “Frida”). Quattro anni dopo erano già all’apice della loro carriera musicale dopo aver vinto l’edizione dell’Eurovision Song Contest nel 1974 con Waterloo; da allora raggiunsero grande successo e popolarità mondiali. Al massimo della loro celebrità, entrambi i matrimoni dei componenti del gruppo (Björn con Agnetha e Benny con Frida) fallirono. Il gruppo si sciolse nel 1982 e, per più di trent’anni, nessuna riunione venne più progettata dai quattro; nel 2000 fu proposto agli ABBA di riunirsi per un tour di 100 concerti in cambio di un compenso pari a un miliardo di dollari[5], ma rifiutarono “per non deludere i fan”. Il 15 marzo 2010 sono stati inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame.

Nel 2018 annunciano il ritorno all’attività, riprendendo ad incidere due nuovi brani, di cui uno intitolato I Still Have Faith In You[8]. Il ritorno si fa attendere, anche a causa della pandemia di coronavirus, fino al 2 settembre 2021, quando finalmente vengono pubblicati due nuovi singoli (I Still Have Faith In You / Don’t Shut Me Down) come anteprima di un intero nuovo album (Voyage), la cui uscita è prevista il 5 novembre 2021, e viene annunciata una serie di concerti a Londra nel maggio 2022.

Gli ABBA sono stati il primo gruppo non anglofono d’Europa a raggiungere un successo così ampio nei paesi anglofoni del mondo, come il Regno Unito, l’Irlanda, gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Sudafrica. Tra i loro maggiori meriti c’è la legittimazione dell’industria musicale scandinava come fonte di successo internazionale, che ha spianato la via ad altri gruppi svedesi dei più diversi sottogeneri pop e rock come Ace of Base, Rednex, Roxette, The Cardigans, Alcazar, The Ark.

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Audrey Hepburn

Audrey Hepburn, nata Audrey Kathleen Ruston Hepburn (Ixelles, 4 maggio 1929 – Tolochenaz, 20 gennaio 1993), è stata un’attrice britannica. Cresciuta tra Belgio, Regno Unito e Paesi Bassi, dove visse sotto il regime nazista, durante la seconda guerra mondiale studiò danza per poi passare al teatro e infine al cinema.

Nel corso della sua carriera lavorò con Billy Wilder, George Cukor e Blake Edwards, oltre che con attori del calibro di Gregory Peck, Humphrey Bogart, Gary Cooper, Cary Grant, Rex Harrison, William Holden, Peter O’Toole e Sean Connery e raggiunse la fama mondiale, nei primi anni cinquanta, grazie a ruoli come quello di Gigi in uno spettacolo teatrale tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice francese Colette (1951), interpretazione che le valse il Theatre World Award per gli esordi teatrali, della Principessa Anna in Vacanze romane (1953), interpretazione che le valse l’Oscar come migliore attrice. Altri suoi celebri ruoli sono quelli in film quali Sabrina (1954), Guerra e pace (1956), Cenerentola a Parigi (1957), La storia di una monaca (1959), Colazione da Tiffany (1961), Sciarada (1963), My Fair Lady (1964), Come rubare un milione di dollari e vivere felici (1966), Gli occhi della notte e Due per la strada (1967).

Negli anni settanta e anni ottanta apparve sempre più raramente sul grande schermo, preferendo dedicarsi alla famiglia. Nel 1988 fu nominata ambasciatrice ufficiale dell’UNICEF e, da quel momento fino alla sua morte, si dedicò assiduamente al lavoro umanitario, in riconoscimento del quale ricevette nel 1992 la Medaglia presidenziale della libertà (Presidential Medal of Freedom) e nel 1993 il Premio umanitario Jean Hersholt (Jean Hersholt Humanitarian Award).

Audrey Hepburn, Breakfast At Tiffany\’S 1961 Directed By Blake Edwards; (add.info.: Breakfast at Tiffany\’s – Diamants sur canape 1961 directed by Blake Edwards Audrey Hepburn); © Paramount Pictures; Diltz; .

Vincitrice di due Oscar, di tre Golden Globe, di un Emmy, di un Grammy Award, di quattro BAFTA, di due premi Tony e di tre David di Donatello, la Hepburn fu una delle figure di spicco del cinema statunitense degli anni cinquanta e sessanta. L’American Film Institute ha inserito la Hepburn al terzo posto tra le più grandi star della storia del cinema e ha una sua stella sulla Hollywood Walk of Fame, al 1652 di Vine Street.
Audrey Hepburn nacque a Ixelles, comune di Bruxelles come Audrey Kathleen Ruston,[3] dall’inglese Joseph Anthony Ruston e dalla sua seconda moglie, la baronessa Ella van Heemstra, un’aristocratica olandese. Anni dopo, il padre di Audrey aggiunse il cognome Hepburn che era quello della nonna materna, a quello della famiglia, trasformandolo così in Hepburn-Ruston.[4] Aveva due fratellastri, Arnoud Robert Alexander e Ian Edgar Bruce,[4] che la madre ebbe dal suo primo matrimonio con un nobile olandese, Hendrik Gustaaf Adolf Quarles van Ufford. Tra i suoi avi, la sua famiglia contava Edoardo III d’Inghilterra e James Hepburn, IV conte di Bothwell, dal quale potrebbe essere discesa anche Katharine Hepburn.

drôle de frimousse funny face 1957 réal : Stanley Donen Audrey Hepburn Collection Christophel©Paramount Pictures

Il lavoro del padre presso una compagnia di assicurazioni britannica obbligò la famiglia a frequenti spostamenti tra il Belgio, il Regno Unito e i Paesi Bassi. Nel 1935 i genitori della Hepburn divorziarono e suo padre, simpatizzante del nazismo,[6] abbandonò la famiglia. Più tardi l’attrice dichiarò che quello fu il momento più traumatico della sua vita. Anni dopo, tramite la Croce Rossa, riuscì a ritrovare il padre che si era nel frattempo trasferito a Dublino. Rimase in contatto con lui aiutandolo anche finanziariamente, fino alla sua morte. Nel 1939 la madre si trasferì insieme ai figli nella città olandese di Arnhem, pensando di aver trovato un luogo sicuro dagli attacchi nazisti. In quella città Audrey studiò danza, frequentando il Conservatorio dal 1939 al 1945.

British actress and humanitarian Audrey Hepburn (1929 – 1993) carrying an Ethiopian girl on her back while on her first field mission for UNICEF in Ethiopia, 16th-17th March 1988. (Photo by Derek Hudson/Getty Images)

Audrey Hepburn sulla Costa Azzurra, fotografata da Edward Quinn nel 1951
Nel 1940 i tedeschi invasero Arnhem. Durante la guerra la Hepburn cambiò il suo nome in Edda van Heemstra, a causa del suono “inglese” considerato pericoloso, del suo vero nome. Verso il 1944 Audrey era divenuta una ballerina a tutti gli effetti. Partecipava a spettacoli organizzati in segreto per la raccolta fondi a favore del movimento di opposizione al nazismo. Anni dopo disse: «Il miglior pubblico che io abbia mai avuto non faceva il minimo rumore alla fine dello spettacolo». Dopo lo sbarco in Normandia delle forze alleate, la situazione sotto gli occupanti nazisti peggiorò. Durante la carestia dell’inverno 1944, la brutalità crebbe e i nazisti confiscarono le limitate riserve di cibo e carburante della popolazione olandese. Senza riscaldamento nelle case o cibo da mangiare, la popolazione moriva di fame o di freddo nelle strade. Sofferente per la malnutrizione, la Hepburn sviluppò diversi problemi di salute e l’impatto di quei tempi difficili avrebbe condizionato i suoi valori per il resto della vita. Nuovi particolari sulla vita della Hepburn durante l’occupazione nazista sono stati rivelati dal figlio Luca Dotti, testimonianze che sono state raccolte dal giornalista americano Robert Matzen nella biografia pubblicata nel 2019, Dutch girl: Audrey Hepburn and world war II. Mentre la sua famiglia nascondeva nella loro abitazione un soldato inglese, lei fu incaricata di missioni come staffetta in favore delle formazioni partigiane olandesi e di altri soldati alleati nascosti.

I Paesi Bassi furono liberati il 4 maggio 1945, giorno del suo sedicesimo compleanno. Anni dopo, parlando della liberazione di Arnhem, la Hepburn dirà: «l’incredibile sensazione di conforto nel ritrovarsi liberi, è una cosa difficile da esprimere a parole. La libertà è qualcosa che si sente nell’aria. Per me, è stato il sentire i soldati parlare inglese, invece che tedesco e l’odore di vero tabacco che veniva dalle loro sigarette».

Audrey Hepburn 1954 © 2000 Mark Shaw

Dopo un soggiorno di tre anni ad Amsterdam, dove continuò i suoi studi di danza, Audrey Hepburn si trasferì a Londra nel 1948. Nella capitale inglese prese lezioni da Marie Rambert, insegnante di danza che contava tra i suoi allievi il famoso ballerino Vaclav Nižinskij. La Rambert spiegò alla futura attrice che, a causa della sua altezza (circa 1 metro e 67) e della malnutrizione sofferta durante il periodo bellico, le sue chance di diventare una prima ballerina erano minime. Forse anche in seguito a questa dichiarazione, la Hepburn decise di tentare la carriera di attrice. Anni dopo, quando Audrey divenne famosa nell’ambiente cinematografico, la Rambert, intervistata dalla rivista Time, dichiarò: «era un’allieva meravigliosa. Se avesse perseverato, sarebbe diventata un’incredibile ballerina».

La sua carriera di attrice iniziò con un documentario educativo: Nederlands in zeven lessen (L’olandese in 7 lezioni) del 1948.

Iniziò poi a recitare in teatro in una serie di musical. Il suo primo ruolo per il grande schermo arrivò nel 1951, nel film di produzione britannica One Wild Oat, cui seguì una serie di ruoli minori in diverse produzioni cinematografiche. Durante le riprese di Vacanze a Montecarlo (1951) di Jean Boyer e Lester Fuller la scrittrice Colette, il cui romanzo Gigi era stato trasformato in una commedia per Broadway, la scelse per interpretare proprio la parte della protagonista. La commedia aprì i battenti il 24 novembre 1951, riscuotendo un discreto successo di critica e molte lodi per la sua interpretazione. Le repliche a New York durarono sei mesi e la Hepburn vinse il premio Theatre World Award per il suo esordio.

Il suo primo ruolo significativo nel cinema fu nel film The Secret People (1952) di Thorold Dickinson, nel quale interpretava una talentuosa ballerina, ruolo che le permise di mettere a frutto l’esperienza accumulata con lo studio della danza. La sua partecipazione fu fortemente voluta dalla protagonista della pellicola Valentina Cortese, con la quale nacque una buona amicizia.

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Come sta il Cinema?

I 4 mesi di lockdown dovuti alla pandemia di Coronavirus rischiano di dare il colpo di grazia a un settore che negli ultimi dieci anni ha registrato un trend stabile, se non in leggera crescita, con circa 100 milioni di spettatori ogni anno e incassi che si attestano sui 635 milioni di euro nel 2019. Nonostante la riapertura delle sale durante i mesi estivi nel 2020, i timori del pubblico e il dimezzamento dei posti a sedere hanno causato a luglio un calo degli incassi del 98% rispetto all’anno precedente; un dato che indica come il 2020 possa essere di gran lunga l’anno peggiore per il grande schermo dal dopoguerra.


Sale chiuse, riprese ferme, festival cancellati. La pandemia ha travolto il mondo del cinema, forzando cambiamenti che dureranno nel tempo.
I dati dicono che presenze e incassi sono in crescita, e soprattutto smentiscono il vecchio luogo comune per cui d’estate le persone non vogliono andare al cinema


Il 2020 e la prima parte del 2021 sono stati anni difficili per i cinema, che sono stati chiusi a lungo a causa dell’emergenza sanitaria da COVID-19. Ad aprile 2021 le sale hanno finalmente potuto riaprire, con nuove regole e norme di comportamento da osservare per vivere l’esperienza del cinema in massima sicurezza. Ecco quali sono.


Il cinema sta cambiando e, come di fronte a ogni cambiamento, ci sono solo due possibili reazioni: mettere in atto qualsiasi stratagemma possibile per contrastarlo o rallentarlo, oppure decidere di accettarlo e farne parte.


Per comprendere le trasformazioni in atto abbiamo rivolto alcune domande a quanti lavorano nel mondo degli audiovisivi in Italia. Associazioni di categoria, direttori artistici, produttori, distributori, registi, sceneggiatori, montatori e attori ci hanno raccontato come hanno iniziato il loro lavoro, qual è la loro formazione, in quali contesti operano, da quali enti ricevono supporto e da quali no, che cinema vorrebbero fare e cosa ne pensano della Riforma Franceschini.

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Ben Stiller

Benjamin Edward Meara “Ben” Stiller (New York, 30 novembre 1965) è un attore, comico, regista, produttore cinematografico, sceneggiatore e doppiatore statunitense.

I suoi film hanno incassato oltre 2,8 miliardi di dollari negli Stati Uniti e nel Canada, con una media di 74 milioni a film.Durante la sua carriera ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui, un premio Emmy, diversi MTV Movie Awards e un Teen Choice Award.
Nato a New York il 30 novembre 1965, figlio degli attori Jerry Stiller e Anne Meara, ha una sorella maggiore, Amy, anch’ella attrice. Dirige ben presto i suoi interessi verso il mondo dello spettacolo, cresciuto tra i vari set frequentati dai genitori, come il The Mike Douglas Show, a 9 anni ha fatto il debutto nella recitazione nella serie televisiva della madre, Kate McShane. Già all’età di 10 anni inizia a girare dei brevi film in 8 millimetri con l’aiuto della sorella e di alcuni amici. L’interesse per immortalare le immagini spinge Ben ad apprendere le arti della fotografia, cui si dedica dividendosi tra videocamera e fotocamera.

Nei tardi anni ’70, si esibisce in diverse produzioni teatrali con il NYC’s First All Children’s Theater e durante le scuole superiori è il batterista in una band punk chiamata, Capital Punishment, che ha pubblicato un album in studio nel 1982, Roadkill.[3][4] Stiller si diploma nel 1983 e si iscrive all’Università della California, Los Angeles per studiare cinema, ma dopo nove mesi lascia il corso di studi per ritrasferirsi a New York.

È di origini ebraiche.
Dopo aver valutato alcune proposte provenienti da Hollywood, Ben decide di dedicarsi al teatro. È proprio durante uno spettacolo teatrale che propone una breve parodia del film Il colore dei soldi (interpretando il ruolo di Tom Cruise) così divertente da venir trasmessa nel popolare programma televisivo Saturday Night Live, per il quale Ben lavorerà fino al 1989.

Nel 1987 arriva il debutto cinematografico come attore in L’impero del sole, diretto da Steven Spielberg. Dopo il cinema continua a lavorare per la televisione: prima dirige uno show, poi MTV gli affida la conduzione di un programma di satira, poi acquistato dalla Fox. Sfortunatamente lo spettacolo viene cancellato e Ben si ritrova senza lavoro. Ma nello stesso anno appare in una piccola parte nei panni di “Fast Eddie Felcher”, nell’episodio “Amen… e mandate offerte” (tit. orig. Amen…Send Money) della 4ª serie di Miami Vice. Partecipa a diversi programmi come ospite (gira una puntata di Friends nel 1994) assieme alla moglie Christine Taylor. Nel 1990 affianca Bette Midler nel film Stella.

La passione per il cinema sarà alla base del suo debutto alla regia, avvenuto nel 1994, con il film Giovani, carini e disoccupati, con Winona Ryder ed Ethan Hawke.
Nel 1996 dirige Jim Carrey nel film Il rompiscatole, ma la critica rimane poco impressionata da questo lavoro e il pubblico ancor meno.
L’occasione arriva nel 1998 con la pellicola comica Tutti pazzi per Mary, grazie alla quale conquista il grande pubblico. L’anno dopo è in tre film, tra cui Mystery Men.
Nel 2000 Stiller è in altri tre film, tra cui uno dei suoi ruoli più famosi, un infermiere di nome Gaylord “Greg” Focker in Ti presento i miei, accanto a Robert De Niro. Il film venne molto apprezzato dalla critica cinematografica, incassò oltre 330 milioni di dollari ed avrà due sequel.

Stiller dirige la sua terza pellicola nel 2001, Zoolander, in cui recita nei panni di Derek Zoolander, un famoso modello.[8] La pellicola è una parodia del mondo della moda, con particolare riguardo alla categoria dei “modelli”, rappresentati come esagerati cultori del proprio aspetto e del proprio ego ma ingenui e goffi nella vita di tutti i giorni. Nel cast si possono notare numerosi camei da parte di personaggi noti nei panni di se stessi, tra cui, Donald Trump, Paris Hilton, Lenny Kravitz, Heidi Klum e David Bowie.

Nel 2004 Ben Stiller appare in sei diversi film: …e alla fine arriva Polly, Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy (cameo non-accreditato), Palle al balzo – Dodgeball, L’invidia del mio migliore amico, Mi presenti i tuoi? e Starsky & Hutch. Mi presenti i tuoi? arriva ad incassare oltre 516 milioni di dollari.[9], mentre per tutti i restati film, Stiller verrà nominato cinque volte come peggior attore ai Razzie Awards 2004.

Nel 2005 fa il suo debutto come doppiatore nel film della DreamWorks Madagascar, nel ruolo del leone Alex. Nella versione italiana, la sua voce sarà sostituita da Alessandro Besentini, dal duo comico Ale e Franz. Successivamente sono stati girati due sequel: Madagascar 2 (2008) e Madagascar 3 – Ricercati in Europa (2012).

Nel 2006 Stiller compare in un cameo nel film Scuola per canaglie, diretto da Todd Phillips, ed ha un cameo anche in Tenacious D e il destino del rock, prodotto da lui stesso. A dicembre esce Una notte al museo, commedia diretta da Shawn Levy. Il film non riscosse molto successo di critica, ma incassò un totale di oltre 574 milioni di dollari.

Nel 2008 torna dietro la macchina da presa per dirigere il suo quarto film, Tropic Thunder. Stiller si è avvalso della collaborazione dell’amico Justin Theroux e di Etan Cohen. Il film ha come interpreti principali Stiller, Jack Black e Robert Downey Jr., che vestono i panni di un gruppo di attori.
L’anno dopo è nel sequel di Una notte al museo, intitolato Una notte al museo 2 – La fuga, e in Un microfono per due.

Nel 2010 fa un cameo nel falso documentario Joaquin Phoenix – Io sono qui!, diretto, co-scritto, co-prodotto, co-montato, co-musicato da Casey Affleck e Joaquin Phoenix, e nel sequel di Ti presento i miei (2000) e Mi presenti i tuoi? (2004), Vi presento i nostri.

Stiller aveva pianificato di doppiare il personaggio principale di Megamind, di cui è anche produttore esecutivo, ma alla fine cedette il posto a Will Ferrell.

NEW YORK – DECEMBER 17: Actors Jerry Stiller (L) and Ben Stiller attend the 20th Century Fox premiere of “Night At The Museum” at the American Museum Of Natural History December 17, 2006 in New York City. (Photo by Evan Agostini/Getty Images)

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Owen Wilson

Owen Wilson (Dallas, 18 novembre 1968) è un attore, sceneggiatore e cantante statunitense, candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura originale nel 2002.

Owen è nato a Dallas, Texas, dalla fotografa Laura Cunningham e da Robert Andrew Wilson, un dirigente pubblicitario e gestore di una stazione televisiva pubblica. Ha due fratelli, entrambi attori: Luke e Andrew. La sua famiglia, proveniente dal Massachusetts, è di origini irlandesi. Wilson ha frequentato il New Mexico Military Institute e l’Università del Texas a Austin, dove ha conseguito una laurea in Inglese. Nella stessa università ha conosciuto Wes Anderson, amico con cui ha collaborato più volte a livello cinematografico.Wilson, insieme a suo fratello Luke Wilson e a Ben Stiller, Will Ferrell, Vince Vaughn, Jack Black e Steve Carell, è considerato dalla stampa cinematografica statunitense membro del cosiddetto Frat Pack, un gruppo di attori comici amici che collaborano spesso insieme. Owen è uno dei due membri del gruppo ad aver ricevuto una nomination agli Oscar (per la sceneggiatura de I Tenenbaum), insieme a Steve Carell, che l’ha ricevuta nel 2015 per la sua interpretazione in Foxcatcher – Una storia americana come miglior attore protagonista.

Ha recitato in dodici film accanto a Ben Stiller: Il rompiscatole (1996), Hard Night (1998), Ti presento i miei (2000), Zoolander (2001), I Tenenbaum (2001), Starsky & Hutch (2004), Mi presenti i tuoi? (2004), Una notte al museo (2006), Una notte al museo 2 – La fuga (2009), Vi presento i nostri (2011), Notte al museo – Il segreto del faraone (2014), Zoolander 2 (2016).

Il 26 agosto 2007 Wilson è stato ricoverato presso l’ospedale St. John di Los Angeles a seguito di un tentato suicidio. I motivi del gesto sembrano legati a problemi di droga[5]. Il suo avvocato ha confermato che l’attore è stato in cura per la depressione. L’incidente del 2007 ha causato a Wilson qualche problema sul piano professionale; è stato infatti escluso dal cast del film Tropic Thunder, in cui avrebbe recitato accanto a Ben Stiller, e la sua parte è andata a Matthew McConaughey.

Ha avuto una relazione con l’attrice Demi Moore e con la cantante Sheryl Crow, la quale ha poi dedicato, alla loro storia, la canzone Safe and Sound. Sul set di Tu, io e Dupree ha conosciuto Kate Hudson con cui ha avuto una relazione, interrotta e ripresa due volte dal 2006 al 2008.

Il 14 gennaio 2011 alle Hawaii è nato il suo primo figlio Robert Ford Wilson, frutto della relazione con lo sceriffo del cielo Jade Duell; la loro relazione finì nel giugno dello stesso anno, dopo un anno e mezzo di fidanzamento. Il 30 gennaio 2014 ha avuto il suo secondo figlio, Finn, dalla relazione con la personal trainer Caroline Lindqvist, da cui si è poi separato. Per 5 anni è stato fidanzato con Varunie Vongsvirates, dalla quale ha avuto nel 2018 un’altra figlia, Lyla Aranya.

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Steve Jobs

Steven Paul Jobs, detto Steve (San Francisco, 24 febbraio 1955 – Palo Alto, 5 ottobre 2011), è stato un imprenditore, informatico e inventore statunitense.

È stato il cofondatore di Apple Inc. e ne è stato amministratore delegato fino al 24 agosto 2011, quando si è dimesso per motivi di salute (assumendo la carica di presidente del consiglio di amministrazione). Ha fondato anche la società NeXT Computer. È stato inoltre fondatore e amministratore delegato di Pixar Animation Studios prima dell’acquisto da parte della Walt Disney Company, della quale era inoltre membro del consiglio di amministrazione oltre che maggiore azionista fisico.

Steve Jobs and Laurene Powell Pixar Exhibit Launch at The Museum of Modern Art The Museum of Modern Art New York City, New York United States December 13, 2005 Photo by Brian Ach/WireImage.com To license this image (6800012), contact WireImage.com

Ha introdotto prodotti di successo come Macintosh, iMac, iPod, iPhone e iPad. È stato tra i primi a intuire la potenzialità del mouse e dell’interfaccia grafica basata sull’impiego di icone e di finestre per menu a tendina, presenti sugli Xerox Star, ideando il Macintosh. Jobs è stato classificato primo tra i 25 uomini d’affari più potenti per il 2007 da Fortune[3] e persona dell’anno 2010 dal Financial Times. Molte persone note negli Stati Uniti hanno rilasciato dichiarazioni sulla morte di Steve Jobs, fra cui Barack Obama, Bill Gates, Bob Iger, Mark Zuckerberg, Sergey Brin, Larry Page, Tim Cook, Meg Whitman, Steve Ballmer e Richard Stallman.
Nato come Abdul Latif Jandali [7] da madre statunitense di origini svizzere e tedesche (Joanne Carole Schieble) e padre siriano (Abdulfattah “John” Jandali, uno studente che sarebbe diventato più tardi professore di scienze politiche), Steve non fu cresciuto dai suoi genitori naturali. Appena nato fu dato in adozione a Paul Reinhold Jobs e Clara Hagopian residenti a Mountain View, nella contea di Santa Clara, in California. Il padre adottivo all’epoca faceva il meccanico per auto e la madre adottiva era una contabile. Steve aveva una sorella biologica più giovane, Mona Simpson, scrittrice di successo. I genitori adottivi battezzarono Steve e lo educarono alla fede cristiana luterana. Nel 1972 Jobs si diplomò all’istituto Homestead di Cupertino, in California, e successivamente si iscrisse al Reed College di Portland (Oregon), ma abbandonò dopo appena un semestre.

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Albert Einsten

Albert Einstein, Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955, è stato un fisico tedesco naturalizzato svizzero e statunitense.

Firma di Albert Einstein
Generalmente considerato il più importante fisico del XX secolo, conosciuto al grande pubblico anche per la formula dell’equivalenza massa-energia, E = mc2, riconosciuta come l'”equazione più famosa al mondo”, e per tutti i suoi lavori che ebbero una forte influenza anche sulla filosofia della scienza, nel 1921 ricevette il premio Nobel per la fisica «per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico», un passo avanti cruciale per lo sviluppo della teoria dei quanti, sviluppando a partire dal 1905 la teoria della relatività, uno dei due pilastri della fisica moderna insieme alla meccanica quantistica.

Eccetto che per un anno a Praga, Einstein visse in Svizzera tra il 1895 e il 1914, periodo durante il quale rinunciò alla cittadinanza tedesca (nel 1896). Poi, nel 1900, ricevette il diploma al Politecnico federale di Zurigo (Eidgenössische Technische Hochschule, ETH). Dopo essere stato apolide per più di cinque anni, assunse la cittadinanza svizzera nel 1901, che tenne per il resto della sua vita. Nel 1905, conseguì un PhD all’Università di Zurigo. Quello stesso anno, ricordato come annus mirabilis, all’età di 26 anni, pubblicò quattro articoli dal contenuto fortemente innovativo, che attirarono l’attenzione del mondo accademico. Dal 1912 al 1914, Einstein insegnò fisica teorica a Zurigo, prima di partire per Berlino, dove fu eletto all’Accademia Reale Prussiana delle Scienze.

All’inizio della sua carriera credeva che la meccanica newtoniana non fosse più sufficiente a conciliare le leggi della meccanica classica con le leggi dell’elettromagnetismo e ciò lo portò a sviluppare la teoria della relatività ristretta mentre era all’Istituto federale della proprietà intellettuale di Berna (1902–1909). Tuttavia successivamente si rese conto che il principio di relatività poteva essere esteso ai campi gravitazionali, quindi nel 1916 pubblicò un articolo sulla relatività generale con la sua teoria della gravitazione. Continuò a trattare problemi di meccanica statistica e teoria dei quanti, che lo portò a dare una spiegazione della teoria delle particelle e del moto browniano. Indagò anche le proprietà termiche della luce e gettò le basi per la teoria del fotone. Nel 1917, applicò la teoria della relatività generale per modellizzare la struttura dell’universo.

Nel 1933, mentre Einstein stava visitando gli Stati Uniti, Adolf Hitler salì al potere. A causa delle sue origini ebraiche, Einstein non fece ritorno in Germania. Si stabilì negli Stati Uniti e diventò un cittadino statunitense nel 1940. Alla vigilia della seconda guerra mondiale, inviò una lettera al presidente Roosevelt la quale avvisava del possibile sviluppo da parte della Germania di “bombe di un nuovo tipo estremamente potenti” e suggeriva agli Stati Uniti di cominciare delle simili ricerche. Ciò portò infine al progetto Manhattan. Einstein sostenne gli alleati, ma criticò l’idea di usare la fissione nucleare come arma. Firmò, con il filosofo britannico Bertrand Russell, il Manifesto Russell-Einstein, nel quale si evidenziava il pericolo delle armi nucleari. Fu affiliato con l’Institute for Advanced Study a Princeton, in New Jersey, fino alla sua morte nel 1955.

Oltre a essere uno dei più celebri fisici della storia della scienza, che mutò in maniera radicale il paradigma di interpretazione del mondo fisico, fu attivo in diversi altri ambiti, dalla filosofia alla politica. Per il suo apporto alla cultura in generale è considerato uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo. Einstein pubblicò più di 300 articoli scientifici e più di 150 articoli non scientifici. I suoi traguardi intellettuali e la sua originalità hanno reso il termine “Einstein” sinonimo di “genio”. Eugene Wigner scrisse di Einstein in confronto ai suoi contemporanei:

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Visi Belli

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Joe Pesci

Joseph Frank Pesci (Newark, 9 febbraio 1943) è un attore e musicista statunitense di origine italiana.

È noto principalmente per l’interpretazione del mafioso italoamericano Tommy DeVito in Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese, che gli permise nel 1991, di vincere il premio Oscar nella categoria miglior attore non protagonista. Inoltre, ha recitato in altre tre pellicole di Scorsese, Toro scatenato (1980), ruolo per cui ricevette la prima candidatura al premio Oscar, Casinò (1995) e The Irishman (2019). Per quest’ultimo, nel quale interpreta il boss mafioso Russell Bufalino, riceve le lodi della critica e viene candidato per un terzo Oscar, sempre nella sezione miglior attore non protagonista.
Joe Pesci nasce a Newark, nel New Jersey, figlio di Angelo Pesci, autista di carrello elevatore per la General Motors e barista di origini torinesi, e di Maria Mesce, una parrucchiera part-time, originaria di Aquilonia (in provincia di Avellino). Il giovane Joe cresce a Belleville, New Jersey e frequenta la Belleville High School. Negli anni sessanta lavora nella sua città come barbiere.
Nel 1979 riceve una telefonata da Martin Scorsese e Robert De Niro, rimasti colpiti dalla sua performance in Backstreet, i quali gli offrono di interpretare il co-protagonista al fianco dello stesso De Niro, in Toro scatenato.[4] Pesci accetta e per la sua interpretazione di Joey LaMotta, fratello del pugile Jake, si aggiudica il BAFTA per il miglior attore esordiente e una candidatura al premio Oscar per il miglior attore non protagonista.

Questa pellicola gli conferisce una notorietà immediata e sancisce l’inizio del suo sodalizio artistico con Robert De Niro, che continua negli anni grazie a film di grande successo come C’era una volta in America (1984), Quei bravi ragazzi (1990), Bronx (1993), Casinò (1995) e The Irishman (2019). Nel Saturday Night Live nasce un famoso sketch chiamato The Joe Pesci Show, basato proprio sull’imitazione dell’attore e del suo amico De Niro (i due fecero poi un’apparizione nello show per una puntata speciale).

Durante gli anni ottanta recita in svariati film, tra cui Eureka (1983) di Nicolas Roeg, al fianco di Gene Hackman e Rutger Hauer; sempre nel 1983 è in Soldi facili di James Signorelli. Nel 1984 è nel cast di Tutti dentro, diretto e interpretato da Alberto Sordi, e nel capolavoro di Sergio Leone, C’era una volta in America, accanto a De Niro, James Woods e Burt Young. Nel 1987 recita in Pericolo in agguato di Elie Chouraqui. Nel 1988 recita con il cantante pop Michael Jackson nel musical Moonwalker, dove interpreta l’antagonista Frankie “Mr. Big” LiDeo (un anagramma di uno dei produttori del film e manager di lunga data di Jackson).

Nel 1990 recita nel blockbuster per famiglie intitolato Mamma, ho perso l’aereo, impersonando il personaggio di Harry Lyme, uno dei due ladri maldestri (l’altro è Daniel Stern), che tentano di rubare nella casa del personaggio interpretato da Macaulay Culkin. Due anni dopo, riprende il suo ruolo nel sequel, Mamma, ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York (1992).

Quei bravi ragazzi e l’Oscar

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Elizabeth McGovern

Elizabeth McGovern (Evanston, 18 luglio 1961) è un’attrice statunitense, candidata all’Oscar alla miglior attrice non protagonista per il film Ragtime nel 1982.

Nata nell’Illinois, figlia di un’insegnante e di un professore universitario, con la famiglia si trasferisce a Los Angeles dove il padre accetta una cattedra alla UCLA. Inizia ad interessarsi di recitazione durante gli studi. In quel periodo un agente rimane colpito dalla sua performance in La famiglia Antrobus di Thornton Wilder e inizia seriamente a studiare recitazione, prima presso l’American Conservatory Theater di San Francisco, ed in seguito alla Juilliard School a New York.

Elizabeth con Robert De Niro.
La prima parte importante arriva nel 1980 nel quattro volte premio Oscar Gente comune di Robert Redford. L’anno seguente viene nominata all’Oscar come miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione dell’attrice Evelyn Nesbit nel film di Milos Forman Ragtime. Altro ruolo che l’ha resa celebre è quello di Deborah, amore segreto del gangster David “Noodles” Aaronson (interpretato da Robert De Niro), in C’era una volta in America di Sergio Leone.

Negli anni seguenti è apparsa in vari film di minor rilievo, come In gara con la luna, La finestra della camera da letto, Johnny il bello e A letto con l’amico. Nel 1997 recita ne Le ali dell’amore di Iain Softley e nella commedia Le disavventure di Margaret, mentre nel 2001 ha lavorato in Buffalo Soldiers di Gregor Jordan. Dal 2010 al 2015 interpreta Cora Crawley, contessa di Grantham nella serie televisiva anglo-americana in costume Downton Abbey.

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James Woods

James Howard Woods (Vernal, 18 aprile 1947) è un attore e doppiatore statunitense.
Nato a Vernal, nello Utah, è cresciuto a Warwick (Rhode Island). Suo padre, Gail Peyton Woods, era un ufficiale dell’intelligence dell’esercito che morì nel 1960 dopo un’operazione chirurgica di routine. La madre si risposò dopo la morte del marito. Dopo essersi iscritto alla facoltà di scienze politiche presso il MIT, interruppe gli studi nel 1969 per dedicarsi alla carriera di attore.

Il suo primo ruolo importante è in I visitatori (1972) di Elia Kazan, ma il vero successo giunge quando recita da protagonista nel fantascientifico Videodrome di David Cronenberg (1983), un ruolo che permette a Woods di affermarsi come interprete carismatico. Indimenticabile la sua interpretazione di Max, nel capolavoro di Sergio Leone C’era una volta in America (1984), al fianco di Robert De Niro. Il film racconta l’ascesa e il declino di due gangster ebrei newyorkesi, amici sin dall’infanzia, separati dall’amore per la stessa donna. Nel 1986 recita in Salvador di Oliver Stone, con James Belushi, cronaca dello stato di guerra civile di El Salvador, in cui interpreta un giornalista americano.

Negli anni novanta ha partecipato a film come Casinò di Martin Scorsese e Gli intrighi del potere – Nixon diretto da Oliver Stone. Da ricordare l’interpretazione del padre passivo e latitante di cinque sorelle nel drammatico Il giardino delle vergini suicide (1999) di Sofia Coppola. Ha partecipato ad alcuni film negli ultimi anni, in ruoli secondari o da coprotagonista, tra cui La figlia del generale, Scary Movie 2, John Q, con Denzel Washington, Pretty Persuasion, End Game e Straw Dogs, in cui interpreta il violento coach di football. Nel 2012 è stata presentata al Festival di Cannes la versione restaurata ed estesa di C’era una volta in America, della durata di 256 minuti (con 27 minuti di scene inedite).

Ha spesso svolto il ruolo di doppiatore in film o serie TV d’animazione. Nella serie animata de I Griffin, James Woods è uno degli attori trasposti su schermo più ricorrenti. Interpreta sempre la parte del diabolico boicottatore: è sovente dare noie alla famiglia di Peter, poiché quest’ultimo lo ha rinchiuso una volta in una cassa di legno senza i buchi per respirare. Tutta la cittadina di Quahog, in qualche modo, ha avuto a che fare con lui, quasi sempre in maniera negativa. In una puntata lo si crederà morto, ma poi tornerà e chiederà a Peter di diventare il suo manager. In un’altra puntata James Woods ruba l’identità di Peter rubando il suo portafoglio con i relativi documenti diventando a tutti gli effetti Peter Griffin, vivendo nella sua casa e indossando i suoi vestiti a tal punto che neanche l’amico Joe, intervenuto come poliziotto, può cacciare Woods dalla casa dei Griffin. Inoltre la scuola della città porta il suo nome (James Woods Regional High School), Fino alla fine della diciassettesima stagione, quando cambia nome in (Adam West High School) come tributo dopo la morte dell attore Adam West che interpretava se stesso nei panni del sindaco di Quahog.

Compare nella quinta stagione della serie animata I Simpson episodio 13, dal titolo Homer e Apu, in cui, per immedesimarsi in un personaggio che dovrà interpretare in un film, prende il posto di Apu al Jet Market poiché quest’ultimo viene licenziato. Alla fine dell’episodio dichiara di dover partire, di lì a poco, per combattere gli alieni su un altro pianeta, lasciando intendere però, in modo comico, che non si tratti affatto della trama di un film.

Nel videogioco Grand Theft Auto: San Andreas, presta la voce a Mike Toreno, un personaggio del gioco che gli assomiglia molto nell’aspetto e nel modo di vestire e che è un agente segreto della CIA che sfrutterà Carl Johnson (il protagonista del gioco) per fare pericolose missioni segrete, ma alla fine Toreno farà scarcerare il fratello di Carl.

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Ed Sheeran

Edward Christopher Sheeran (Halifax, 17 febbraio 1991) è un cantautore britannico.

Il suo stile musicale non ha mai subito particolari deviazioni artistiche, basato prevalentemente sulla musica pop con elementi folk, soul e contemporary R&B, oltre a forti influenze derivanti dalla musica tradizionale irlandese. Ha ottenuto grande successo e popolarità in America del Nord, Oceania ed Europa, soprattutto nel Regno Unito, suo paese natale, dove ha infranto svariati record di vendite.

Nel 2011 l’artista ha firmato un contratto discografico con la Asylum Records, sotto la quale ha raggiunto la fama internazionale con il suo terzo album +, certificato sette volte disco di platino in Regno Unito, dove ha inoltre trascorso 200 settimane nella Official Albums Chart. Dopo aver compiuto sporadiche apparizioni nell’album Red di Taylor Swift, nonché nel relativo tour mondiale, nel 2014 ha pubblicato X, che ha superato il successo dell’album precedente, vendendo oltre 10 milioni di copie a livello globale, risultando l’album più venduto dell’anno e conquistando la vetta delle classifiche musicali di 15 Paesi, trainato dai singoli Sing, Don’t, Thinking Out Loud, Bloodstream e Photograph, divenuti delle vere e proprie hit internazionali. Nel 2017 è stata la volta di ÷, anch’esso di grande successo commerciale, grazie soprattutto a due dei cinque estratti, Shape of You e Perfect, che hanno guidato l’album verso la prima posizione dei maggiori mercati musicali.[9] Il relativo ÷ Tour si è rivelata la tournée più redditizia e vista nella storia della musica, con un incasso di più di 737 milioni di dollari e un pubblico di 8,5 milioni di persone, superando lo U2 360° Tour degli U2. Con oltre 150 milioni di dischi venduti a livello globale, di cui 84,5 milioni di copie certificate nei soli Stati Uniti, è nella lista degli artisti musicali con maggiori vendite della storia.

Musician Ed Sheeran and actress Emily Blunt attend the American Institute for Stuttering’s 9th Annual Freeing Voices Changing Lives Gala at The Lighthouse at Chelsea Piers on Monday, June 8, 2015, in New York. (Photo by Evan Agostini/Invision/AP)

Persona molto attiva nel supporto delle associazioni benefiche, Sheeran è apprezzato anche per le sue qualità di scrittore e compositore, tanto da essere divenuto autore di brani per diversi artisti. Fra i numerosi premi vinti, vi sono 4 Grammy Award e 6 BRIT Award.

Secondo la rivista statunitense Forbes, con un patrimonio personale stimato in 57 milioni di dollari (corrispondenti a 47,8 milioni di euro), nel 2015 Ed Sheeran è stata la 27ª celebrità più ricca del mondo. Nell’aprile 2017 è stato invece inserito dal settimanale Time fra le 100 personalità più influenti del pianeta. Secondo le statistiche di Spotify, Sheeran si è posizionato secondo tra gli artisti più ascoltati negli anni dieci.
Ed Sheeran ha vissuto i primi anni della sua vita a Hebden Bridge, nel West Yorkshire, prima di trasferirsi a Framlingham, Suffolk. Suo padre, John Sheeran, è un curatore d’arte. Sua madre Imogen Lock è una designer di gioielli. Ha un fratello maggiore, Matthew, che compone musica classica. I suoi nonni paterni erano irlandesi ed è stato educato secondo la religione cattolica. Ha imparato a suonare la chitarra molto presto e ha cominciato a scrivere canzoni durante la sua permanenza presso la Scuola Thomas Mills High di Framlingham.

I ricordi della sua prima infanzia, ai quali Ed Sheeran fa riferimento in un’intervista al Zane Lowe Show, includono l’ascolto di Van Morrison nei suoi numerosi viaggi a Londra con i suoi genitori e un concerto con Damien Rice in Irlanda, quando aveva 11 anni.

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Marion Cotillard

Marion Cotillard; Parigi, 30 settembre 1975) è un’attrice, modella e cantante francese.

La partecipazione a Taxxi nel 1998, nonché ai seguiti Taxxi 2 (2000) e Taxxi 3 (2003), le ha garantito notorietà nel paese d’origine, al quale è rimasta artisticamente legata nella prima fase della carriera. Ha raggiunto fama a livello internazionale per le collaborazioni con registi come Tim Burton, Ridley Scott, Christopher Nolan, Woody Allen. Nel 2007, il suo ritratto della cantante Édith Piaf in La Vie en rose le ha valso, tra gli altri riconoscimenti, l’Oscar alla miglior attrice (il primo per un’interpretazione in lingua francese), il BAFTA alla migliore attrice protagonista, il Premio César per la migliore attrice e il Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale. Nel 2015 ha ricevuto una seconda nomination agli Oscar come miglior attrice per la sua interpretazione in Due giorni, una notte di Jean-Pierre e Luc Dardenne.

È il volto di Lady Dior borse dal 2008 ed è apparsa in più di 200 copertine di riviste in tutto il mondo. Tra loro ci sono Vogue, Elle, Marie Claire, Variety, Harper’s Bazaar, Vanity Fair, Madame Figaro, Glamour, Grazia, Paris Match, W, The Hollywood Reporter e Wall Street Journal Magazine. È stata anche sulla copertina del primo numero di Dior Magazine nel settembre 2012. Tra le attrici francesi di maggior successo, il 15 marzo 2010 è diventata Chevalier (Cavaliere) dell’Ordre des arts et des lettres.
Marion Cotillard è nata a Parigi ed è cresciuta tra Alfortville e la campagna del Loiret (nei pressi di Orléans, a circa 130 km dalla capitale), all’interno di un ambiente «vivace e creativo». Il padre Jean-Claude è un ex-mimo, attore, regista teatrale; la madre Monique Niseema Theillaud è anch’essa attrice e insegnante di recitazione. Della famiglia fanno parte anche i due fratelli gemelli minori (6 novembre 1977) di Marion, Guillaume, sceneggiatore e regista, e Quentin, scultore.

Attratta dal lavoro dei genitori, Marion cominciò a recitare durante l’infanzia nelle commedie del padre e negli spettacoli degli amici di famiglia. Dopo aver frequentato il liceo Voltaire, a 16 anni fu la più giovane ammessa al Conservatorio d’arte drammatica di Orléans, dove i genitori insegnavano, e lì studiò per i tre anni successivi, finché non conseguì una borsa di studio nel 1994; la sua insegnante di recitazione Nicole Mérouze la ricorda come «estremamente talentuosa, molto graziosa e ambiziosa». Tra i personaggi cinematografici statunitensi preferiti dalla Cotillard in questo periodo figurano Gene Kelly, Charlie Chaplin e i Fratelli Marx.

Il 5 e 6 maggio 2005 sarebbe ritornata nella città natale su invito di Jean-Marc Cochereau per cantare e recitare nella rappresentazione teatrale Jeanne d’Arc au Bûcher di Arthur Honegger.

Durante la seconda metà degli anni novanta fu legata sentimentalmente all’attore Julien Rassam, il suo suicidio nel 2002 si verificò in concomitanza con le riprese di Taxxi 3, circostanza che spinse la Cotillard ad allontanarsi dal set per trovare tranquillità in India.

È stata poi fidanzata dal 2000 al 2005 con l’attore Stéphan Guérin-Tillié e dal 2005 al 2007 con il cantautore Sinclair.

Dal 1997 la Cotillard conosceva Guillaume Canet, ma solo nel 2003 in Amami se hai coraggio ebbe modo di lavorare con lui. Nel 2007 Canet e la Cotillard cominciarono la loro relazione. La coppia ha due figli: Marcel (2011) e Louise (10 marzo 2017); la prima gravidanza, peraltro, impedì alla Cotillard di assistere all’anteprima di Midnight in Paris al Festival di Cannes 2011.

La famiglia, nonostante l’interesse mondano dei media, vive a Parigi e conduce una vita piuttosto semplice e riservata. Da un sondaggio pubblicato nell’agosto 2012 e condotto da Harris Interactive per la rivista Gala, è risultato che la coppia Canet-Cotillard è al terzo posto tra le più popolari in Francia.

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Totò

Totò, pseudonimo di Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio(comunemente noto come Antonio de Curtis; Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967), è stato un attore, commediografo, poeta, paroliere, sceneggiatore e filantropo italiano. Attore simbolo dello spettacolo comico in Italia, soprannominato «il principe della risata», è considerato, anche in virtù di alcuni ruoli drammatici, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano.

Nato Antonio Vincenzo Stefano Clemente da Anna Clemente (Palermo, 2 gennaio 1881 – Napoli, 23 ottobre 1947) e da Giuseppe de Curtis (Napoli, 12 agosto 1873 – Roma, 29 settembre 1944), fu adottato nel 1933 dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas di Tertiveri.

Maschera nel solco della tradizione della commedia dell’arte, accostato a comici come Buster Keaton e Charlie Chaplin, ma anche ai fratelli Marx e a Ettore Petrolini, in quasi cinquant’anni di carriera spaziò dal teatro (con oltre 50 titoli) al cinema (con 97 pellicole) e alla televisione (con 9 telefilm e vari sketch pubblicitari), lavorando con molti tra i più noti protagonisti del panorama italiano e raggiungendo, con numerosi suoi film, i record d’incasso. Adoperò una propria unicità interpretativa, che risaltava sia in copioni puramente brillanti sia in parti più impegnate, sulle quali si orientò soprattutto verso l’ultima fase della sua vita, che concluse in condizioni di quasi totale cecità a causa di una grave forma di corioretinite, probabilmente aggravata dalla lunga esposizione ai fari di scena. Spesso stroncato dalla maggior parte dei critici cinematografici, fu ampiamente rivalutato dopo la morte, tanto da risultare ancor oggi il comico italiano più popolare di sempre.

Franca Faldini, sua compagna, diventata giornalista e scrittrice dopo la morte dell’attore, scrisse nel 1977 il libro Totò: l’uomo e la maschera, realizzato insieme a Goffredo Fofi, in cui raccontò sia il profilo artistico sia la vita dell’attore fuori dal set, con l’intento principale di smentire alcune false affermazioni riportate da scrittori e giornalisti riguardo alla sua personalità.
Totò nacque il 15 febbraio 1898 nel rione Sanità (un quartiere considerato il centro della “guapperia” napoletana, in via Santa Maria Antesaecula al terzo piano del civico 10 (mesi più tardi, a causa delle piccole dimensioni dell’abitazione, si trasferirono a pochi metri di distanza, al secondo piano del civico 109 di via Santa Maria Antesaecula, riconosciuta oggi come abitazione storica di Totò), da una relazione clandestina di Anna Clemente con Giuseppe De Curtis che, in principio, per tenere segreto il legame, non lo riconobbe, risultando dunque per l’anagrafe “Antonio Clemente, figlio di Anna Clemente e di N.N.”

Nato Antonio Clemente, ma conosciuto nel suo quartiere con il nomignolo di “Totò”, che gli fu attribuito dalla madre.[Qui fotografato all’età di otto anni

Giuseppe De Curtis, il padre di Totò che, inizialmente, non lo riconobbe come figlio naturale

Anna Clemente, la madre, che tentò di introdurlo come sacerdote. «Meglio ‘nu figlio prevete ca ‘nu figlio artista», affermava
Solitario e di indole malinconica, crebbe in condizioni estremamente disagiate e fin da bambino dimostrò una forte vocazione artistica che gli impediva di dedicarsi allo studio, cosicché dalla quarta elementare fu retrocesso in terza. Ciò non creò in lui molto imbarazzo, anzi intratteneva spesso i suoi compagni di classe con piccole recite, esibendosi con smorfie e battute.

Il bambino riempiva spesso le sue giornate osservando di nascosto le persone, in particolare quelle che gli apparivano più eccentriche, cercando di imitarne i movimenti, e facendosi attribuire così il nomignolo di «’o spione». Questo suo curioso metodo di “studio” lo aiutò molto per la caratterizzazione di alcuni personaggi interpretati durante la sua carriera.

Terminate le elementari, venne iscritto al collegio Cimino, dove per un banale incidente con uno dei precettori, che lo colpì involontariamente con un pugno, il suo viso subì una particolare conformazione del naso e del mento; un episodio che caratterizzò in parte la sua “maschera”. Nel collegio non fece progressi, decise di abbandonare prematuramente gli studi senza ottenere perciò la licenza ginnasiale. La madre lo voleva sacerdote, in un primo tempo dovette quindi frequentare la parrocchia come chierichetto, ma incoraggiato dai primi piccoli successi nelle recite in famiglia (chiamate a Napoli «periodiche») e attratto dagli spettacoli di varietà, nel 1913, ancora in età giovanissima, iniziò a frequentare i teatrini periferici esibendosi – con lo pseudonimo di “Clerment” – in macchiette e imitazioni del repertorio di Gustavo De Marco, un interprete napoletano dalla grande mimica e dalle movenze snodate, simili a quelle d’un burattino.[13][36] Proprio su quei palcoscenici di periferia incontrò attori come Eduardo De Filippo, Peppino De Filippo e i musicisti Cesare Andrea Bixio e Armando Fragna.

Durante gli anni della prima guerra mondiale si arruolò volontario nel Regio Esercito venendo assegnato al 22º Reggimento fanteria, rimanendo di stanza dapprima a Pisa e poi a Pescia. Venne quindi trasferito al CLXXXII Battaglione di milizia territoriale, unità di stanza in Piemonte, ma destinate a partire per il fronte francese.

Alla stazione di Alessandria, il comandante del suo battaglione lo armò di coltello e lo avvertì che avrebbe dovuto condividere i propri alloggiamenti in treno con un reparto di soldati marocchini dalle strane e temute abitudini sessuali. Totò a quel punto, terrorizzato, fu colto da malore (secondo alcune voci improvvisò un attacco epilettico) e venne ricoverato nel locale ospedale militare, evitando così di partire per la Francia.[9] Rimasto in osservazione per breve tempo, quando fu dimesso dalle cure ospedaliere venne inserito nell’88º Reggimento fanteria “Friuli” di stanza a Livorno; proprio in quel periodo subì continui soprusi e umiliazioni da parte di un graduato; da quell’esperienza nacque il celebre motto dell’attore: «Siamo uomini o caporali?».

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Massimo Boldi

Massimo Boldi (Luino, 23 luglio 1945) è un attore, comico, produttore cinematografico, musicista e conduttore televisivo italiano, conosciuto anche col soprannome di Cipollino, dal nome di Max Cipollino, uno dei suoi personaggi comici più noti.

Per più di vent’anni ha fatto coppia con l’attore romano Christian De Sica, con cui ha formato uno dei sodalizi di maggior successo del cinema italiano, ed è fondatore della casa produttrice Mari Film. Nella sua carriera televisiva ha inoltre vinto 11 Telegatti.


Primo dei tre figli di Mario Tranquillo Boldi (originario di Tarcento in provincia di Udine) e Carla Vitali. Ha due fratelli, Fabio (1949) e Claudio (1955). Nel 1956 si trasferisce con la famiglia a Milano.

S’iscrive alle scuole serali e inizia a lavorare, prima come vetrinista, poi come venditore porta a porta per la Motta. Grande tifoso del Milan, negli anni settanta conosce Marisa Selo (1957-2004), originaria di Napoli, che diventerà sua moglie nel 1973. Dalla loro unione sono nate tre figlie: Micaela (1974), Manuela (1981) e Marta (1990). Diventa nonno nel 2002 di Massimo Federico, figlio di Micaela; nel 2016 arriva la seconda nipote Vittoria Marisa e nel 2019 Leonardo, entrambi figli di Manuela. È stato fidanzato con Irene Fornaciari.

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Il modo per cominciare è smettere di parlare e iniziare ad agire.

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Sono le nostre scelte, Harry, che mostrano ciò che realmente siamo, molto più delle nostre abilità.

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Non piangere perché è finita, sorridi perché è accaduto.

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Renato Scarpa

È morto per un malore improvviso il 30 dicembre 2021 nella sua casa di Roma – quartiere Monteverde – ad 82 anni[1].

Renato Scarpa (Milano, 14 settembre 1939 – Roma, 30 dicembre 2021) è stato un attore italiano.
Esordisce sul grande schermo alla fine degli anni sessanta, imponendosi come caratterista di ottimo livello. Attore prediletto di De Crescenzo, Nichetti, Troisi e altri, oltre a vantare una lunga filmografia ha lavorato in numerose serie televisive. È il severo padre Corazza nel grottesco Nel nome del padre (1972) di Marco Bellocchio, l’inflessibile padre domenicano Alberto Tragagliolo nel Giordano Bruno di Giuliano Montaldo (1973), il misterioso professor Verdegast nell’inquietante Suspiria (1977) di Dario Argento, l’ipocondriaco Sergio in Un sacco bello (1980), il complessato Robertino in Ricomincio da tre (1981) di Massimo Troisi ed il direttore dell’ufficio postale superiore e amico del protagonista ne Il postino di Michael Radford; il prete in Ad ovest di Paperino (1982) di Alessandro Benvenuti, il dottor Cazzaniga in Così parlò Bellavista (1984) e in Il mistero di Bellavista (1985), entrambi di Luciano De Crescenzo.

Interpreta inoltre il padre apprensivo del protagonista nel divertente Stefano Quantestorie (1993) di Maurizio Nichetti, il compito preside nel drammatico La stanza del figlio (2001) di Nanni Moretti, il bancario con problemi gastroenterologici nella commedia culinaria partenopea Ribelli per caso (2001) di Vincenzo Terracciano, e il cardinal decano Gregori nel film Habemus Papam di Nanni Moretti (2011). Dagli anni ottanta alterna con successo gli impegni cinematografici a quelli televisivi. Nel 2012 gli viene assegnato dal comune di Orta di Atella il premio Fabulae Atellanae per il cinema.

Lucio Dalla

Lucio Dalla (Bologna, 4 marzo 1943 – Montreux, 1º marzo 2012) è stato un cantautore, compositore, polistrumentista attore italiano.

Firma di Lucio Dalla
Musicista di formazione jazz, è stato uno dei più innovativi e versatili cantautori della musica italiana.

Alla ricerca costante di nuovi stimoli e orizzonti, si è addentrato in vari generi musicali, collaborando e duettando con molti artisti di fama nazionale e internazionale. Autore inizialmente solo delle musiche, si è scoperto in una fase matura anche paroliere e autore dei suoi testi. Nell’arco della sua carriera, che ha raggiunto i cinquant’anni di attività, ha sempre suonato il pianoforte, il sassofono e il clarinetto, strumenti, questi ultimi due, da lui praticati fin da giovanissimo.

La sua produzione artistica ha attraversato più fasi: dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d’autore. Conosciuto anche all’estero, alcune sue canzoni sono state tradotte e portate al successo in numerose lingue.

La produzione musicale di Dalla può essere racchiusa in quattro ampi periodi: “le origini jazz e le varie partecipazioni sanremesi” (tra il 1962 e il 1972), la “collaborazione con Roversi” (tra il 1973 e il 1976), la “maturità artistica” (tra il 1977 e il 1996) e la “fase pop” degli ultimi anni, alternata da varie incursioni nella musica colta e accademica.
È nato a Bologna il 4 marzo 1943. Figlio del bolognese Giuseppe Dalla (1896-1950), direttore in città del club di tiro a volo (sarà descritto in Come è profondo il mare: “Babbo, che eri un gran cacciatore di quaglie e di fagiani…”),[e della modista e casalinga bolognese Jole Melotti (1901-1976), che verrà ritratta nella copertina dell’album Cambio, Dalla trascorre la prima parte dell’infanzia nella sua Bologna. Quando, nel 1950, il padre muore stroncato da un tumore, la madre decide di istruirlo presso il Collegio Vescovile Pio X di Treviso, dove trascorre le scuole elementari iniziando ad esibirsi in piccole recite scolastiche. Dalla tornerà a parlare della morte del padre in alcune interviste rilasciate nei primi anni ottanta: «Avevo sette anni… Provai la sensazione struggente di una perdita che mi consentiva di dire a me stesso con pietà e tenerezza: da oggi sei solo come un cane». Ancora: «Così ho imparato a fare della mia vita un modello di solitudine, cioè a cercarmela, a organizzarmela, a viverla, questa mia solitudine, come un momento di benessere profondo, necessario per una corretta lettura dell’esistenza».

Tra l’altro suo zio Ariodante Dalla è stato un cantante melodico molto popolare negli anni quaranta e cinquanta; proprio all’inizio di questi ultimi, il piccolo Lucio impara a suonare la fisarmonica. Anche in merito a questo Dalla ha più volte ricordato come sua madre fosse convinta di avere un figlio geneticamente portato per lo spettacolo, non ostacolandolo mai nei suoi propositi di entrare nel mondo della musica: «Avevo undici anni quando mia madre, donna strana, una stilista che non sapeva mettere un bottone, mi portò in un istituto psicotecnico di Bologna per un test sulle mie attitudini: risultò che ero un mezzo deficiente». Ancora: «Mia madre sospettava fossi un genio, anche per questo mi lasciò partire a quindici anni per Roma». Il percorso scolastico di Dalla non sarà mai lineare: terminate le scuole dell’obbligo inizia prima ragioneria, passando poi al liceo classico e infine al liceo linguistico. «A scuola andavo male –ricorderà l’artista– preferivo andare in giro a suonare. A diciassette anni ero già a Roma a fare musica».

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Bruce Springsteen

Bruce Frederick Joseph Springsteen Long Branch, 23 settembre 1949 è un cantautore e chitarrista statunitense.

«The Boss», come è sempre stato soprannominato, è uno degli artisti più conosciuti e rappresentativi nell’ambito della musica rock.Accompagnato per gran parte della sua carriera dalla E Street Band, è divenuto famoso soprattutto per le sue coinvolgenti e lunghissime esibizioni dal vivo, raggiungendo il culmine della popolarità fra la seconda metà degli anni settanta e il decennio successivo.

Fra i suoi album di maggior successo si annoverano Born to Run, Darkness on the Edge of Town, The River e Born in the U.S.A., lavori emblematici della sua poetica volta a raccontare – con l’immediatezza della musica rock – la quotidianità degli “ultimi” d’America, nel solco della tradizione dei cosiddetti «storyteller», offrendo uno spaccato della grandezza e delle contraddizioni della società statunitense; con il disco The Rising è intervenuto anche sulla tragedia degli attentati dell’11 settembre 2001. Springsteen è noto inoltre per il suo sostegno a numerose iniziative di carattere sociale e per il suo impegno a favore dello sviluppo del suo Stato d’origine, il New Jersey. Negli anni duemila ha partecipato attivamente al dibattito politico negli Stati Uniti, appoggiando le campagne presidenziali di John Kerry e di Barack Obama.

In più di quarant’anni di carriera ha venduto più di 65 milioni di dischi nel suo paese e, secondo alcune stime, circa 120 milioni nel mondo. Il suo lavoro gli ha fruttato parecchi riconoscimenti, tra cui venti Grammy, un Oscar, un Tony Award e il Kennedy Center Honor, che gli è stato attribuito per il suo contributo alla diffusione della cultura degli Stati Uniti nel mondo; è stato inoltre insignito della medaglia presidenziale della libertà, massima onorificenza civile statunitense.
Bruce Springsteen nacque al Monmouth Memorial Hospital della località balneare di Long Branch, nel New Jersey, ma trascorse l’infanzia e l’adolescenza nella vicina Freehold, cittadina operaia dell’entroterra. Il padre Douglas Frederick aveva ascendenze irlandesi e olandesi, da cui il cognome a volte erroneamente considerato d’origine ebraica. La madre, Adele Ann Zirilli (o Zerilli), è invece di origine italiana, proveniente da una famiglia emigrata negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento da Vico Equense, nei pressi di Napoli.

Gli Springsteen ebbero altre due figlie, Virginia (detta Ginny, nata nel 1950) e Pamela (detta Pam, nata nel 1962), poi attrice e fotografa di successo.

Scorcio della South Street a Freehold
Bruce crebbe in una famiglia della cosiddetta working class che si trovava spesso in condizioni economiche precarie. Il padre, veterano della seconda guerra mondiale, cambiava spesso lavoro: in tempi diversi fu impiegato come tassista, conducente di autobus, operaio e guardia carceraria, il tutto alternato a periodi di disoccupazione; la madre aveva invece un lavoro stabile come segretaria in uno studio legale. A causa delle difficoltà finanziarie, il nucleo familiare fu costretto a cambiare spesso alloggio: inizialmente Doug e Adele Springsteen abitavano in un piccolo appartamento nel quartiere di Jerseyville, ma alla nascita del figlio si trasferirono al numero 87 di Rundolph Street nella casa dei nonni paterni; nel 1954 si spostarono poi in Institute Street e nel 1962, quando nacque la terzogenita Pam, al numero 68 di South Street in una villetta a due piani in affitto;[20] per qualche tempo furono ospitati dai nonni materni, gli Zirilli.

Il rapporto di Bruce con il padre fu conflittuale, contraddistinto da lunghi periodi di silenzio alternati ad aspri litigi, il che andò a detrimento dell’armonia familiare. Nel 1969 Doug Springsteen emigrò infine in California con la famiglia per cercare lavoro, ma il figlio maggiore – ormai adulto – restò a vivere nella casa dei genitori finché non fu sfrattato.

Bruce frequentò la scuola primaria presso l’istituto della sua parrocchia, la St. Rose of Lima, fra il 1955 e il 1963, per poi trasferirsi alla Freehold High School dove si diplomò nel 1967.

L’approccio del ragazzo con la scuola cattolica non fu facile: poco propenso ad adeguarsi alla rigida disciplina imposta delle suore, egli visse quel periodo con sofferenza arrivando a isolarsi dai suoi coetanei.

Il primo incontro di Springsteen con la musica avvenne all’età di sette anni, il 6 settembre 1956, quando assistette alla prima celebre esibizione di Elvis Presley all’Ed Sullivan Show, una delle trasmissioni televisive più popolari dell’epoca. Ancora bambino, Springsteen decise che sarebbe voluto diventare come Elvis e a Natale ottenne in dono una chitarra giocattolo di plastica. Due anni più tardi la madre prese in affitto per Bruce uno strumento vero, dietro la promessa che il ragazzo avrebbe preso lezioni; a quell’età però le sue mani erano troppo piccole e Springsteen si disinteressò presto della chitarra per dedicarsi al baseball e ad altre attività. Nel 1963 acquistò una chitarra acustica usata per la cifra di 18 dollari, guadagnati grazie a piccoli lavoretti nel quartiere, e iniziò a prendere lezioni da un suo cugino che gli insegnò i primi rudimenti. Il giovanissimo Springsteen cominciò così a trascorrere moltissimo tempo chiuso in casa per cercare di migliorare la sua tecnica. Colpita dall’impegno del figlio, nel Natale del 1964 la madre gli regalò una chitarra elettrica Kent e un amplificatore: la strumentazione era costata 60 dollari che la madre si era fatta prestare e che restituì con regolari rate mensili. La chitarra, a cui Springsteen dedicò in seguito la canzone The Wish, aprì nuovi orizzonti musicali al ragazzo che iniziò a interagire maggiormente con il mondo esterno.

Da adolescente Springsteen fu influenzato dalla musica trasmessa delle stazioni radiofoniche di New York e Filadelfia, rimanendo profondamente colpito dal rock e in particolare dagli esponenti della British invasion, quali gli Animals, i Beatles, i Rolling Stones e gli Who. Nel 1961 assistette inoltre a un’esibizione di Chubby Checker ad Atlantic City. Il primo brano rock che Springsteen imparò a suonare con la sua nuova chitarra fu Twist and Shout degli Isley Brothers: la canzone fu eseguita dal cantautore per tutta la sua carriera come «bis» alla fine dei concerti.

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Eros Ramazzotti

Eros Ramazzotti, all’anagrafe Eros Luciano Walter Ramazzotti (Roma, 28 ottobre 1963), è un cantautore italiano.

È uno dei cantanti di maggiore successo nel panorama della musica leggera italiana, del pop rock, e del pop latino a livello internazionale dagli anni ottanta. Dal 1984 ha venduto circa 60 milioni di dischi ed è tra gli artisti italiani che hanno venduto il maggior numero di dischi. Ramazzotti vanta anche importanti collaborazioni artistiche con cantanti di levatura internazionale come Tina Turner, Cher, Anastacia, Ricky Martin, Luis Fonsi, Joe Cocker, Helene Fischer, Andrea Bocelli e Luciano Pavarotti vincendo, inoltre, numerosi premi e riconoscimenti (come l’Echo Music Award 1999 e il NIAF Award 2008) ottenuti per aver promosso l’immagine della musica italiana all’estero.
Figlio di Rodolfo Ramazzotti (1937), operaio edile, e di Raffaela Molina (1925-2002), casalinga, originari lui della provincia di Viterbo, lei di quella di Vibo Valentia, Eros cresce nel quartiere periferico di Roma sud-est Cinecittà, nel comprensorio di case popolari Lamaro.

Suo padre era musicista e cantante amatoriale. Sin da giovane, Eros mostra una precoce predisposizione per la musica interessandosi prima allo studio del pianoforte e poi della chitarra, avvalendosi di due suoi amici del suo quartiere, uno chitarrista jazz, l’altro intrattenitore di piano bar.

Dopo la licenza media, fa domanda di ammissione al Conservatorio di Roma, ma viene respinto. Si iscrive allora a ragioneria nell’istituto dirimpetto a casa sua, ma dopo tre anni frequentati con scarso interesse e profitto abbandona gli studi. La difficile vita di periferia lo spinge a sviluppare, in adolescenza, un carattere chiuso: alla compagnia dei coetanei preferisce quella del suo cane Billy, un pastore belga, ma la traumatica fine del suo compagno di banco Ivano, morto in un incidente stradale dopo aver consumato una dose di eroina, lo spinge a puntare sulla passione per la musica per evitare di cadere nel tunnel della droga come molti ragazzi del suo quartiere.

In gioventù, influenzato dagli ideali politici del padre, si tessera al Partito Comunista Italiano, ritirando tuttavia la sua iscrizione dopo sei mesi.

Dopo un tentativo fallito della famiglia di emigrare in Australia (erano in procinto di vendere il loro modesto appartamento), Eros trascorre un intero anno a studiare inglese.
Nel 1981 partecipa al concorso Voci Nuove del Festival di Castrocaro, dove presenta la canzone Rock ’80, scritta qualche anno prima.

La vittoria arride a Zucchero Fornaciari e a Fiordaliso, ma il giovane Ramazzotti, prima della manifestazione, viene fatto esibire da Gianni Ravera, assieme a tutti gli altri giovani talenti, dinanzi ai vari rappresentanti delle case discografiche. Riceve solo due preferenze, da Roberto Galanti e dal barone Lando Lanni, fondatori e soci della neonata casa discografica milanese DDD – Drogueria di Drugolo. I due, per non condizionare la scelta, votano separatamente, ed entrambi rimangono affascinati dal timbro nasale che in seguito sarebbe diventato tratto distintivo predominante nella sua vocalità. È lo stesso Ravera a mediare, in seguito, l’offerta del contratto nei suoi uffici di Roma.

Nel 1982 partecipa a Un disco per l’estate di Saint-Vincent con la canzone Ad un amico, composta con Roberto Colombo, dedicata a un amico d’infanzia prematuramente scomparso.

In questo periodo, viaggia in Italia, esibendosi pubblicamente e rilasciando interviste a emittenti radiofoniche private per pubblicizzare la propria musica, che le case discografiche inizialmente non intendevano pubblicare.

Il primo approccio importante al mondo musicale è del 1983 ai Castelli Romani, quando partecipa a una manifestazione canora nella quale interpreta Pezzi di vetro, di Francesco De Gregori.

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Miriam Leone

Miriam Leone (Catania, 14 aprile 1985) è un’attrice, conduttrice televisiva ed ex modella italiana, vincitrice della 69ª edizione del concorso di bellezza Miss Italia (2008). Protagonista, sin dai primi anni successivi alla vittoria del concorso di bellezza, di film, fiction e programmi televisivi.
È nata a Catania e ha vissuto ad Acireale; il padre, Ignazio Leone, è insegnante di lettere, la madre, Gabriella Leotta, diciannovenne, era una sua studentessa, in seguito impiegata presso il comune di Aci Catena. Ha un fratello minore, Sergio Leone. Ha frequentato il Liceo classico “Gulli e Pennisi” ad Acireale, e la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Catania, non terminandola. Ha partecipato al concorso Miss Italia 2008 con il titolo di Miss Prima dell’Anno 2008. Nel concorso Miss Italia 2008, dopo essere stata eliminata, è stata successivamente ripescata aggiudicandosi, oltre alla fascia di Miss Italia 2008, anche il titolo di Miss Cinema, attribuitole da Ann Strasberg dell’Actors Studio, che le ha anche assegnato una borsa di studio.

Dal giugno al settembre 2009 ha condotto, su Rai 1, Unomattina estate, in coppia con Arnaldo Colasanti.[4] Sempre per la stessa rete, il 6 agosto 2009 ha presentato, assieme a Massimo Giletti, la serata Mare latino. Dal 26 settembre 2009 ha condotto, insieme a Tiberio Timperi, su Rai 2, Mattina in famiglia, conduzione confermata anche per la stagione 2010-2011 con il programma spostato su Rai 1. Nel 2010 ha debuttato come attrice sia sul grande schermo con il film Genitori & figli – Agitare bene prima dell’uso, di Giovanni Veronesi, sia sul piccolo schermo con il film TV Il ritmo della vita, diretto da Rossella Izzo e trasmesso su Canale 5.

Nel 2011 ha condotto su Rai 1 il premio cinematografico Nastri d’argento. Per la stagione 2011-2012 è stata nuovamente confermata alla conduzione di Mattina in famiglia, che in quest’annata cambia il suo titolo in Unomattina in famiglia, sempre con Tiberio Timperi.

Dal settembre 2011 ha fatto parte dell’undicesima stagione della fiction Distretto di Polizia in onda su Canale 5, dove ha interpretato il personaggio di Mara Fermi, una escort d’alto bordo, mentre a novembre è stata al fianco di Ale e Franz come spalla comica in A&F – Ale e Franz Show in onda su Italia 1. È stata nel cast del film I soliti idioti – Il film, uscito il 4 novembre 2011 ed è stata protagonista di un episodio della quinta stagione della sitcom Camera Café in onda su Italia 1. Il 28 dicembre 2011 ha preso parte alla puntata pilota dello sketch-show di Rai 4 Big End – Un mondo alla fine, con Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio. Dal 18 aprile 2012 ha condotto, su Rai Movie, il programma Drugstore dedicato a cinema e cultura digitale.

Nell’autunno 2012, oltre a condurre nuovamente assieme a Timperi una nuova edizione di Unomattina in famiglia, ha recitato al fianco di Terence Hill nella seconda stagione della fiction di Rai 1 Un passo dal cielo[4] e inoltre ha condotto, assieme ad Enrico Bertolino, il varietà comico di seconda serata Wikitaly – Censimento Italia in onda su Rai 2. Viene in seguito riconfermata, sempre in coppia con Tiberio Timperi, alla conduzione di Unomattina in famiglia anche per l’edizione 2013/2014, ma preferisce abbandonare la trasmissione per dedicarsi a nuovi progetti.

Ha partecipato ai film Fratelli unici di Alessio Maria Federici, dove è protagonista al fianco di Raoul Bova, Luca Argentero e Carolina Crescentini, e La scuola più bella del mondo di Luca Miniero, interpretato a fianco di Christian De Sica, Rocco Papaleo, Angela Finocchiaro e Lello Arena, distribuito nelle sale nel novembre 2014.[4] Nello stesso anno appare, accanto a Claudio Gioè, anche nel decimo episodio della seconda stagione della fiction Il tredicesimo apostolo, trasmessa su Canale 5.

In seguito prende parte alla serie tv di Sky Italia 1992,ambientata nella Milano di Tangentopoli, in cui interpreta il personaggio di Veronica Castello, un’aspirante showgirl pronta a tutto pur di sfondare in televisione. Nello stesso periodo veste anche i panni di Clara Grandi Fossà, la protagonista di un’altra serie TV: La dama velata, feuilleton in costume, ambientato in Trentino tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, in onda su Rai 1, per la regia di Carmine Elia, in cui è affiancata da Lino Guanciale.

Nei primi mesi del 2015 inizia a girare la fiction poliziesca Non uccidere,ancora sotto la regia di Gagliardi, che viene trasmessa dall’autunno dello stesso anno su Rai 3, dove interpreta anche qui la protagonista, l’ispettrice di polizia Valeria Ferro, specializzata nella risoluzione di crimini maturati in comunità chiuse ed in ambiente domestico-familiare. Tra il 2015 e il 2016 la Leone è sul set di tre pellicole cinematografiche: In guerra per amore di Pif, Fai bei sogni di Marco Bellocchio (tratto dall’omonimo romanzo di Massimo Gramellini) e Un paese quasi perfetto di Massimo Gaudioso. Nel 2016 è, inoltre, nel cast totalmente rinnovato della storica trasmissione di Italia 1 Le Iene, assieme a Geppi Cucciari e Fabio Volo. Del cast fanno parte anche Pif e Nadia Toffa, che però condurranno, sempre con Geppi Cucciari, il secondo appuntamento settimanale del programma.

In seguito è stata co-protagonista del film TV di Rai 1 In arte Nino sulla vita di Nino Manfredi, accanto ad Elio Germano. È stata anche tra gli interpreti della produzione kolossal internazionale I Medici, serie televisiva incentrata sulla celebre famiglia fiorentina, e inoltre torna a vestire sia i panni di Valeria Ferro nella seconda stagione di Non uccidere (che passa da Rai 3 a Rai 2), sia quelli di Veronica Castello in 1993, seconda serie della trilogia dedicata agli anni di Tangentopoli. Inoltre viene scelta da Gucci come testimonial, insieme ad altre modelle, della campagna Cruise Resort 2018.

Nella primavera del 2018 torna al cinema come protagonista della commedia dei registi esordienti Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi, Metti la nonna in freezer, dove recita accanto a Fabio De Luigi, Lucia Ocone e Barbara Bouchet. In seguito è ancora protagonista al cinema del thriller Il testimone invisibile diretto da Stefano Mordini, in cui recita accanto a Riccardo Scamarcio e Fabrizio Bentivoglio, che viene distribuito nelle sale dal 13 dicembre 2018. Le riprese del film si sono svolte tra Roma e il Trentino, per la durata di sei settimane.[17]

Nell’autunno 2018 riprende per l’ultima volta i panni di Veronica Castello, iniziando a girare la serie televisiva di Sky Italia 1994, ultimo capitolo della trilogia dedicata agli anni di Tangentopoli, che viene trasmessa sul canale Sky Atlantic nell’autunno 2019.[18] Nel 2021 interpreterà Eva Kant nel film Diabolik diretto dai Manetti Bros., in cui sarà affiancata da Luca Marinelli.[19] A inizio anno partecipa, a distanza di tre anni dall’ultima volta, a Danza con me, programma di Roberto Bolle su Rai 1.

Cosa dice la gente

Il modo per cominciare è smettere di parlare e iniziare ad agire.

Walt Disney

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Alessandra Mastronardi

Alessandra Carina Mastronardi[1] (Napoli, 18 febbraio 1986) è un’attrice italiana.

È nota soprattutto per il ruolo di Eva Cudicini nella serie televisiva I Cesaroni e per quello di Alice Allevi nella serie televisiva L’allieva. Tra i suoi ruoli più importanti quelli nei film: To Rome with Love di Woody Allen (2012), nella commedia L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi (2013) e nel film biografico Life di Anton Corbijn (2015).
Nasce a Napoli da padre originario di Villacanale, frazione di Agnone (in provincia di Isernia), e da madre napoletana; si trasferisce a Roma con la famiglia all’età di 5 anni. Dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive alla facoltà di Lettere e filosofia indirizzo spettacolo dell’Università La Sapienza.

Esordisce come attrice nel 1998 con la miniserie televisiva Amico mio 2, regia di Giorgio Capitani e Paolo Poeti, a cui fanno seguito Un prete tra noi 2 (1999), regia di Lodovico Gasparini, Lui e lei 2 (1999), Un medico in famiglia 3 (2003), regia di Claudio Norza e Isabella Leoni, Il veterinario, regia di José María Sánchez, e Il Grande Torino, diretta da Claudio Bonivento, in cui interpreta il ruolo di Rosa Di Girolamo, entrambe del 2005, e un episodio di Don Matteo 5 (2006). Da registrare anche qualche partecipazione a produzioni cinematografiche: Il manoscritto di Van Hecken (1999) e La bestia nel cuore (2003); e inoltre i cortometraggi Cose che si dicono al buio, regia di Marco Costa, e Due sigarette, entrambi del 2004.
Sale alla ribalta nel 2006 con la serie televisiva I Cesaroni, in cui interpreta il personaggio di Eva Cudicini, con Elena Sofia Ricci e Claudio Amendola. Sempre nel 2006 è protagonista del videoclip Stai bene come stai della band Le Mani, vincitore del Premio Videoclip Italiano 2007. Nel gennaio del 2007 esordisce in teatro nella commedia The Prozac Family, regia di Marco Costa. Il ruolo interpretato nella commedia, rappresentata al Teatro de’ Servi di Roma, è quello di Margherita. La commedia verrà riproposta nel 2009 al Teatro Parioli. Il 24 agosto 2007 esce nelle sale Prova a volare,[3] opera prima di Lorenzo Cicconi Massi; nel film, in cui è protagonista insieme con Riccardo Scamarcio, interpreta il ruolo di Gloria. Il film, prodotto nel 2003 e originariamente intitolato Il motore del mondo, viene distribuito dall’Istituto Luce.

Nel 2008 canta alcuni versi del singolo di Matteo Branciamore La notte sul tetto (inserito nell’album Parole nuove). A febbraio ritorna sul piccolo schermo con la seconda stagione de I Cesaroni, diretta ancora da Francesco Vicario. Successivamente appare su Sky Cinema, nel ruolo di Roberta, donna del Freddo, nella serie televisiva Romanzo criminale – La serie (basata sull’omonimo romanzo del giudice Giancarlo De Cataldo e secondo adattamento dopo il film diretto da Michele Placido).

Nel 2009, oltre a ritornare a recitare in teatro con la commedia The Prozac Family, è nuovamente su Canale 5 con la terza stagione de I Cesaroni e con il film televisivo Non smettere di sognare, alle prese con un ruolo da giovane ballerina di nome Stella, suo primo ruolo da protagonista assoluta. Nel 2010 ritorna a vestire i panni di Eva Cudicini nella quarta stagione de I Cesaroni e quelli di Roberta nella seconda serie di Romanzo criminale. Inoltre è protagonista della miniserie in onda su Rai 1 Sotto il cielo di Roma, regia di Christian Duguay.[4] Nel cast sono presenti anche Ettore Bassi e Margot Sikabonyi. Sempre nello stesso anno interpreta il ruolo della stilista Micol Fontana nella miniserie Atelier Fontana – Le sorelle della moda, diretta da Riccardo Milani.

Alessandra Mastronardi madrina della 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (2019)
Nell’estate del 2011 partecipa alle riprese del film To Rome with Love, regia di Woody Allen, nei panni di Milly. Dal 15 settembre 2011 l’attrice è a Dublino e a Belgrado per girare la serie televisiva Titanic – Nascita di una leggenda, regia di Ciaran Donnelly, nei panni della copista Sofia Silvestri. Nel 2012 è Clelia, nella miniserie televisiva di Cinzia TH Torrini La Certosa di Parma.[6] Nella primavera del 2012 torna sul set de I Cesaroni per girare 4 episodi della quinta e sua ultima stagione. Nell’autunno 2012 gira il film per il cinema L’ultima ruota del carro accanto a Elio Germano per la regia di Giovanni Veronesi, nel ruolo di Angela. Il film è stato presentato fuori concorso al Festival internazionale del film di Roma[7]. A dicembre 2014 veste i panni di Giulietta Capuleti nel film tv mediaset Romeo e Giulietta, prodotta dalla Lux Vide, accanto all’attore spagnolo Martiño Rivas. Nel 2013 gira il film per il cinema Amici come noi, con la regia di Enrico Lando. Nel 2014 gira a Roma, assieme ad Alessandro Cattelan e Francesco Pannofino, il film per il cinema Ogni maledetto Natale, della regia di Giacomo Ciarrapico, in cui interpreta Giulia. Sempre nel 2014 gira a Firenze, assieme a Brett Dalton e Stana Katic, il film per il cinema The Tourist, per la regia di Evan Oppenheimer. Tra il febbraio e l’aprile dello stesso anno, Alessandra gira a Los Angeles e in Canada il film Life, per la regia di Anton Corbijn, nel ruolo di Anna Maria Pierangeli assieme a Robert Pattinson e Dane DeHaan. Il film viene presentato al Festival di Berlino nel febbraio 2015.

Nel 2019 è stata madrina della 76ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, presentando le cerimonie d’apertura e chiusura della manifestazione.

Nel 2020 vince al Magna Graecia Film Festival il premio Vigliaturo per L’allieva.

Cosa dice la gente

Il modo per cominciare è smettere di parlare e iniziare ad agire.

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Nino Manfredi

Nino Manfredi, all’anagrafe Saturnino Manfredi (Castro dei Volsci, 22 marzo 1921 – Roma, 4 giugno 2004), è stato un attore, regista, sceneggiatore, comico, cantante e doppiatore italiano.

Interprete versatile e incisivo, tra i più validi e apprezzati del cinema italiano, nel corso della sua lunga carriera ha alternato ruoli comici e drammatici con notevole efficacia, ottenendo numerosi riconoscimenti. È considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman[1][2], un quartetto al quale sono generalmente accostati anche Marcello Mastroianni e Monica Vitti.
Saturnino Manfredi nacque a Castro dei Volsci[5], un paesino del Lazio, il 22 marzo del 1921, primogenito dei due figli di Romeo Manfredi e di Antonina Perfili, provenienti entrambi da famiglie contadine. Il padre, arruolato in Pubblica Sicurezza, dove raggiunse il grado di maresciallo, nei primi anni trenta venne trasferito a Roma, dove Nino e il fratello minore Dante crebbero, trascorrendo l’infanzia nel quartiere di San Giovanni.

Dopo le scuole medie, si iscrisse come semiconvittore al Collegio Santa Maria, da dove però scappò varie volte, finché fu costretto a proseguire gli studi da privatista. Nel 1937 si ammalò gravemente di tubercolosi[6] e restò a lungo in sanatorio. Qui imparò a suonare un banjo da lui stesso costruito ed entrò nel complessino a plettro dell’ospedale. Dopo un’esibizione, avvenuta nello stesso sanatorio, della compagnia teatrale di Vittorio De Sica, iniziò ad appassionarsi alla recitazione.
Per accontentare la famiglia nell’ottobre del 1941 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, ma già nello stesso anno dimostrò interesse e una propensione per il palcoscenico, esordendo come presentatore e attore nel teatrino della parrocchia della Natività, in via Gallia. Dopo l’8 settembre 1943, per evitare l’arruolamento, si rifugiò per un anno con il fratello in montagna, sopra Cassino; rientrato a Roma nel 1944 riprese gli studi universitari e, contemporaneamente, si iscrisse all’Accademia nazionale d’arte drammatica.

Si laureò nell’ottobre del 1945 con una tesi in diritto penale (93 punti su 110), ma non eserciterà mai la professione, e nel giugno del 1947 si diplomò all’accademia; nell’autunno dello stesso anno fece i suoi esordi al Teatro Piccolo di Roma, sotto la direzione del suo maestro Orazio Costa, nella compagnia Maltagliati-Gassman, affiancato da Tino Buazzelli, recitando in testi perlopiù drammatici, in molti casi allestiti in prima assoluta per l’Italia, come Liliom di Ferenc Molnár, L’aquila a due teste di Jean Cocteau, Casa Monestier di Denis Amiel, Erano tutti miei figli di Arthur Miller e Scontro nella notte di Eugene Gladstone O’Neill.

Nella stagione 1948-1949 recitò al Piccolo Teatro di Milano, sotto la regia di Giorgio Strehler, nei drammi shakespeariani Romeo e Giulietta, La tempesta e Riccardo II, insieme a grandi attori di prosa come Giorgio De Lullo, Edda Albertini e Lilla Brignone. Nella stagione 1952-1953 collaborò col grande drammaturgo Eduardo De Filippo, portando in scena al Teatro Eliseo di Roma tre suoi atti unici, Amicizia, I morti non fanno paura e Il successo del giorno, recitandoli insieme a Paolo Panelli e Bice Valori.

Abbandonata la prosa, a partire dal 1951, insieme ai suoi compagni di studio Paolo Ferrari e Gianni Bonagura, formò un terzetto che si esibì con successo dapprima nei varietà radiofonici e quindi in molti spettacoli del teatro di rivista e della commedia musicale, a partire dalla stagione 1953-1954 con Tre per tre… Nava di Marcello Marchesi, insieme alle sorelle Nava, quindi nella stagione 1954-1955 con Festival di Age, Scarpelli, Marcello Marchesi, Dino Verde e Orio Vergani, e infine nella stagione 1956-1957 con Gli italiani sono fatti così di Vittorio Metz, Marcello Marchesi e Dino Verde, insieme alla coppia “Billi e Riva” e a Wanda Osiris.

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Il modo per cominciare è smettere di parlare e iniziare ad agire.

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Sono le nostre scelte, Harry, che mostrano ciò che realmente siamo, molto più delle nostre abilità.

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Roberto Benigni

Roberto Remigio Benigni (Castiglion Fiorentino, 27 ottobre 1952) è un attore, comico, regista e sceneggiatore italiano.

Noto e popolare monologhista teatrale, dalla comicità ironica e dissacrante, è diventato personaggio pubblico tra i più conosciuti e apprezzati in Italia e nel mondo. Le sue interpretazioni cinematografiche e le sue apparizioni televisive mettono in scena un carattere gioioso e irruente, facendo leva, in quest’ultime, sulla sovversione del clima dei programmi di cui è ospite. Fra i numerosi riconoscimenti vale ricordare l’Oscar al miglior attore, conseguito nel 1999 per l’interpretazione nel film (da lui stesso diretto) La vita è bella; a cui segue un Oscar al miglior film straniero per la stessa pellicola. È stato l’unico interprete maschile italiano a ricevere l’Oscar come miglior attore protagonista recitando nel ruolo principale in un film in lingua straniera, dopo quello vinto da Anna Magnani nel 1956 e da Sophia Loren nel 1962. Nel 2021 ha ricevuto alla Mostra del cinema di Venezia Il Leone d’oro alla carriera.

Benigni si è impegnato come lettore, interprete a memoria e commentatore della Divina Commedia di Dante Alighieri. Nelle vesti di divulgatore ha, inoltre, recitato il Canto degli Italiani, i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana e i dieci comandamenti biblici ricevendo consensi di pubblico e critica.
Roberto Benigni nasce a Manciano La Misericordia, frazione di Castiglion Fiorentino (in provincia di Arezzo), il 27 ottobre 1952 da Luigi Benigni (1919-2004) e Isolina Papini (1919-2004), entrambi contadini.[1][2][3] Roberto è il più giovane dopo le sorelle Bruna (1945), Albertina (1947) e Anna (1948). Di carattere allegro ed espansivo sin da giovanissimo, si trasferisce nel 1958 con tutta la famiglia a Prato, prima nella frazione di Galciana e poi in seguito in quella di Vergaio, dove vive tuttora la sua famiglia di origine.

Iscritto dapprima in un seminario fiorentino, lo abbandona dopo l’alluvione del 4 novembre 1966, per compiere gli studi secondari nell’istituto tecnico commerciale Datini di Prato conseguendo il diploma di ragioniere. La sua vera grande passione è però lo spettacolo. Nel 1983, durante le riprese di Tu mi turbi, conosce l’attrice Nicoletta Braschi, che diventerà sua moglie il 26 dicembre 1991 con una cerimonia privata nel convento di clausura delle suore cappuccine di via Pacchioni a Cesena, città natale della donna. Da quel momento l’attrice sarà presente in tutti i film diretti dal marito.

Dopo avere cominciato come cantante e musicista debutta sul palcoscenico nel dicembre del 1971, non ancora ventenne, al Teatro Metastasio di Prato con lo spettacolo Il re nudo di Evgenij L’vovič Švarc, diretto da Paolo Magelli. A Firenze fa la conoscenza fondamentale di Luigi Delli, Carlo Monni e Donato Sannini e successivamente gli viene presentato dai suddetti Marco Messeri, col quale si avvia – i due, durante gli anni settanta, portano in scena in coppia vari spettacoli (Bertoldo Azzurro, Mi Voglio Rovinare, Pa ra pa pà, Scherzo di Mano etc) scritti e diretti dallo stesso Messeri – verso forme di spettacolo comico d’avanguardia, di scherzo popolare da strada. Intanto, nell’autunno del 1972, i due si trasferiscono a Roma.

Qui collabora anche con Lucia Poli nella compagnia Beat ’72 nel Teatro dei Satiri e nel Teatro San Genesio, partecipando a diversi spettacoli; di alcuni cura anche la regia. Nel 1975 fa un incontro fondamentale per la sua carriera, con Giuseppe Bertolucci, che scrive per lui il monologo Cioni Mario di Gaspare fu Giulia, che ottiene grandissimo successo dapprima al Teatro Alberico di Roma e portato poi su tutti i palcoscenici italiani.

Roberto Benigni al caffè di Firenze nel 1976
Il personaggio di contadino toscano che egli delinea, in gran parte autobiografico, contiene già l’ambivalenza che caratterizza anche in seguito le sue interpretazioni: da un lato, una smisurata esuberanza gestuale e soprattutto verbale, che ricorre volentieri all’eloquio plebeo e all’aperta irriverenza verso qualsiasi forma di autorità; dall’altro lato un candore quasi infantile, che lascia spesso intravedere una vena di surreale e malinconica poesia. Nel 1976 viene invitato al Premio Tenco che contribuirà in modo notevole alla sua affermazione e a cui parteciperà anche nel 1977, 1979, 1981 e 1986.

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Sean Penn

Sean Justin Penn (Santa Monica, 17 agosto 1960) è un attore, regista, produttore cinematografico e sceneggiatore statunitense.

È stato per cinque volte nominato all’Oscar come miglior attore, vincendolo in due occasioni. Interprete camaleontico, è famoso per le partecipazioni a celebri film tra i quali Carlito’s Way, Dead Man Walking – Condannato a morte, La sottile linea rossa, Mystic River (premio Oscar al miglior attore protagonista nel 2004), 21 grammi e Milk (premio Oscar al miglior attore protagonista nel 2009) e per la regia, produzione e sceneggiatura del pluripremiato Into the Wild – Nelle terre selvagge.

Ha vinto i principali premi di interpretazione nei più prestigiosi festival; l’Orso d’argento al migliore attore al Festival di Berlino per Dead Man Walking – Condannato a morte, il Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes per She’s So Lovely – Così carina e 2 volte la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per Bugie, baci, bambole & bastardi e 21 grammi.

LOS ANGELES, CALIFORNIA – MARCH 08: Sean Penn (L) and Leila George arrive at the “Meet Me In Australia” event benefiting Australia Wildfire Relief Efforts at Los Angeles Zoo on March 08, 2020 in Los Angeles, California. (Photo by Kevin Winter/Getty Images)


Nasce nella contea di Los Angeles, California, dal regista e attore Leo Penn e dall’attrice Eileen Ryan. I nonni paterni erano ebrei immigrati dalla Russia e dalla Lituania. Ha origini spagnole da parte del padre, infatti il vero cognome del nonno paterno era Piñón. La madre Eileen invece è cattolica, di origini italo-irlandesi. Aveva due fratelli: Michael (1958, musicista) e Chris (1965-2006, attore, morto di cardiomiopatia). Penn frequentò la Santa Monica High School, e cominciò a girare i suoi primi cortometraggi con alcuni dei suoi amici d’infanzia, tra cui i fratelli Emilio Estevez e Charlie Sheen, che vivevano nei pressi della sua casa.
Il suo debutto come attore avviene nel 1974 in un episodio della serie La casa nella prateria, mentre il suo debutto cinematografico risale al 1981 con Taps – Squilli di rivolta; in seguito si specializza nel ruolo del giovane violento e ribelle, prima in Bad Boys (1983), crudo melodramma ambientato in un riformatorio, poi ne Il gioco del falco (1985) di J. Schlesinger accanto a Timothy Hutton e successivamente nell’interessante A distanza ravvicinata (1986), storia vera di un ragazzo succube di un padre delinquente.

arrives at the 5th Annual Sean Penn & Friends HELP HAITI HOME Gala Benefiting J/P Haitian Relief Organization at Montage Hotel on January 9, 2016 in Beverly Hills, California.

Dopo alcune prove nelle commedie Shanghai Surprise (1986) e Non siamo angeli (1989), dove recita rispettivamente con la sua ex moglie Madonna e il suo amico Robert De Niro, interpreta un avvocato cinico e corrotto nel gangster-movie Carlito’s Way (1993) di Brian De Palma accanto ad Al Pacino.

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Charlize Theron

Charlize Theron (Benoni, 7 agosto 1975) è un’attrice, produttrice cinematografica e modella sudafricana naturalizzata statunitense, premio Oscar nel 2004 per la sua interpretazione da protagonista nel film del 2003 Monster.

Ha recitato in diversi film tra cui L’avvocato del diavolo (1997), Il grande Joe (1998), Le regole della casa del sidro (1999), The Italian Job (2003), Hancock (2008), Biancaneve e il cacciatore e Prometheus (2012), Mad Max: Fury Road (2015), Il cacciatore e la regina di ghiaccio (2016), Fast & Furious 8, Atomica bionda (2017) e The Old Guard (2020).

Ha ricevuto il plauso della critica per la sua interpretazione della serial killer Aileen Wuornos in Monster (2003), per il quale ha vinto, oltre all’Academy Award (nella categoria di miglior attrice) — prima sudafricana a ricevere un Oscar in una delle categorie principali —, il Golden Globe, uno Screen Actors Guild Award, il Critics’ Choice Awards e l’Orso d’argento al Festival di Berlino e svariati altri riconoscimenti; ha ricevuto altre due candidature all’Oscar come miglior attrice protagonista per i film North Country – Storia di Josey (2005) e Bombshell – La voce dello scandalo (2019).È membro di organizzazioni per i diritti delle donne e degli animali, come ad esempio la PETA.

È inoltre sostenitrice dei diritti gay e favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso; a tal proposito ha dichiarato che «mi offende vivere in un mondo elitario. Non voglio far parte di un gruppo sessuale privilegiato. Questo mi offende, forse perché vengo da un paese dove ho vissuto sotto l’apartheid, ma questa è una forma di isolamento e io non voglio farne parte. La possibilità di sposarsi è una parte di me e io vorrei che questo fosse riconosciuto a tutti quelli per cui significa tanto. Tutti dobbiamo avere la possibilità di sposarci. Non posso credere che stiamo ancora discutendo di questo argomento».

Nel 1995 esordisce nel cinema con Children of the Corn III: Urban Harvest e successivamente nel 1996 con Due giorni senza respiro, accanto a James Spader, dove l’attrice indossa i panni dell’affascinante e sensuale Helga. Dopo Music Graffiti, diretto da Tom Hanks, la notorietà arriva nel 1997 con L’avvocato del diavolo, accanto ad Al Pacino e Keanu Reeves, e con Le regole della casa del sidro del 1999. In seguito al drammatico The Astronaut’s Wife – La moglie dell’astronauta, dimostra le sue capacità artistiche in La leggenda di Bagger Vance del 2000 per la regia di Robert Redford, in cui recita il ruolo di una ragazza che fa perdere la testa a un giocatore di golf, ex eroe di guerra. La si ricorda anche in Sweet November – Dolce novembre, dove ritorna al fianco di Keanu Reeves, nel quale interpreta il ruolo di una ragazza malata di cancro, Sara, che cerca di far apprezzare la vita al cinico Nelson (Reeves), in 24 ore, thriller del 2002, e nel popolare The Italian Job del 2003, con Mark Wahlberg.

La consacrazione internazionale avviene nel 2004 con Monster, in cui interpreta la serial killer Aileen Wuornos. Per questo film Charlize vince l’Oscar alla miglior attrice, il SAG Award e il Golden Globe: è stata la prima sudafricana a vincere un premio internazionale per la recitazione. Il critico cinematografico e sceneggiatore Roger Ebert la definì: “una delle più grandi performance della storia del cinema”: nella pellicola la Theron si è sottoposta a estenuanti ore di trucco, apparendo sullo schermo imbruttita e ingrassata di 15 kg.

Per questo ruolo, l’attrice guadagna 10.000.000 di dollari, cifra che resterà inalterata anche per i successivi film, e che la farà entrare nella lista delle attrici più pagate di Hollywood nel 2006, posizionandosi al settimo posto, dietro Halle Berry, Cameron Diaz, Drew Barrymore, Renée Zellweger, Reese Witherspoon e Nicole Kidman. Nel 2004 è anche in Gioco di donna, in cui interpreta una donna del mondo dello spettacolo che durante la guerra civile spagnola combatte, insieme a un’amica (interpretata da Penélope Cruz), contro le truppe di Francisco Franco.

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Emma Stone

Emily Jean Stone, detta Emma (Scottsdale, 6 novembre 1988), è un’attrice statunitense.

Nel 2017 ha vinto l’Oscar alla miglior attrice per la sua interpretazione nel film La La Land, mentre nel 2015 e nel 2019 è stata candidata all’Oscar alla miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione rispettivamente nel film Birdman e ne La favorita. Acclamata dalla critica per la sua interpretazione nei panni di Mia Dolan nel pluripremiato film musicale La La Land, oltre al premio Oscar ha vinto anche la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla 73ª Mostra del cinema di Venezia, il Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale, lo Screen Actors Guild Award per la migliore attrice cinematografica e il BAFTA alla migliore attrice protagonista.

Emily Jean Stone nasce a Scottsdale, in Arizona, figlia di Krista Jean Stone, una casalinga, e di Jeffrey Charles Stone, fondatore e CEO di una società di appalti generali.Ha un fratello minore, Spencer.

 Il nonno paterno proveniva da una famiglia svedese che ha convertito il proprio cognome in “Stone” quando sono emigrati negli Stati Uniti attraverso Ellis Island. Ha inoltre delle origini tedesche, inglesi, scozzesi ed irlandesi. Da bambina aveva le “coliche del neonato” e piangeva frequentemente; di conseguenza ha sviluppato noduli e calli sulle corde vocali da piccola. Soffriva di attacchi di panico, che le hanno causato un declino nelle sue capacità sociali.  È stata sottoposta ad una terapia, ma ha affermato che sono state le sue partecipazioni ad alcuni spettacoli teatrali a curare gli attacchi.

Ha studiato alla Sequoya Elementary School e frequentato la Cocopah Middle School, anche se non era una grande amante della scuola. Voleva recitare sin dall’età di quattro anni;  inizialmente voleva una carriera negli sketch comici, ma spostò la sua attenzione verso il teatro musicale, prendendo lezioni di canto per diversi anni. Ha debuttato come attrice all’età di undici anni, in una produzione teatrale de Il vento tra i salici, interpretando la parte di Otter.  L’attrice ha avuto un’istruzione domiciliare per due anni, durante i quali è apparsa in sedici diverse produzioni teatrali al Valley Youth Theatre a Phoenix, tra cui La principessa sul pisello e Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, esibendosi inoltre con una compagnia d’improvvisazione teatrale. In seguito i suoi genitori, la mandarono a delle lezioni private di recitazione con un insegnante che aveva lavorato presso la William Morris Agency.

Ha frequentato lo Xavier College Preparatory, una scuola superiore cattolica femminile, ma abbandonò dopo un semestre per diventare un’attrice.

Preparò una presentazione con PowerPoint per i suoi genitori, intitolata “Project Hollywood“, per convincerli a lasciarla trasferire in California e intraprendere la carriera d’attrice. Nel gennaio del 2004, si trasferì assieme alla madre in un appartamento a Los Angeles.

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Anne Hathaway

Anne Jacqueline Hathaway (New York, 12 novembre 1982) è un’attrice statunitense.Firma di Anne Hathaway

Ha ottenuto il riconoscimento pubblico per i suoi ruoli da protagonista in noti film, quali Pretty Princess (2001), Principe azzurro cercasi (2004), Ella Enchanted – Il magico mondo di Ella (2004), I segreti di Brokeback Mountain (2005), Il diavolo veste Prada (2006), Amore & altri rimedi (2010), Alice in Wonderland (2010), Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), Interstellar (2014), e in precedenza nel film Rachel sta per sposarsi (2008), per il quale ha ricevuto la sua prima candidatura per l’Oscar alla miglior attrice e la vittoria di uno Critics’ Choice Awards.

Nel 2010 vince un Emmy per il suo ruolo di doppiaggio nella serie TV animata I Simpson. Nel 2012 ottiene ampi consensi per la sua interpretazione di Fantine nel film Les Misérables, per il quale si aggiudica l’Oscar alla miglior attrice non protagonista, il Golden Globe per la migliore attrice non protagonista, il BAFTA alla migliore attrice non protagonista, il Critics’ Choice Awards e lo Screen Actors Guild Award per la migliore attrice non protagonista cinematografica.

HOLLYWOOD, CA – FEBRUARY 24: Actress Anne Hathaway, winner of the Best Supporting Actress award for “Les Miserables,” poses in the press room during the Oscars held at Loews Hollywood Hotel on February 24, 2013 in Hollywood, California. (Photo by Jason Merritt/Getty Images)

Nata nel borough newyorkese di Brooklyn e cresciuta a Millburn (New Jersey) fin dall’età di sei anni, è figlia di Gerald Hathaway, un avvocato e Kate McCauley, a sua volta attrice (Kate appare con la figlia nel film Principe azzurro cercasi). Sua madre fu proprio il modello che ispirò la giovane Hathaway a seguirne le orme.[1] Ha due fratelli, Michael e Tom. Il nonno materno, Joe McCauley, fu una delle personalità radiofoniche più conosciute di Filadelfia. Di educazione cattolica, a 11 anni aveva accarezzato il sogno di consacrarsi come suora, ma a 15 anni abbandona il cattolicesimo. Venuta a conoscenza dell’omosessualità del fratello Michael, decise di non voler più seguire questa fede. Da allora si è sempre definita «cristiana generica» (Non-denominational Christian), non riconoscendosi in alcuna delle confessioni cristiane esistenti.[2]

Ha debuttato sul piccolo schermo nel 1999 nella serie televisiva statunitense Get Real, mentre il suo primo ruolo al cinema è stato nel 2001, nella commedia della Disney Pretty Princess dove ha interpretato una giovane adolescente, Mia Thermopolis, che scopre di essere la legittima erede al trono del regno immaginario di Genovia. Il regista Garry Marshall, aveva inizialmente selezionato Liv Tyler per il ruolo ma, in seguito ai consigli delle sue nipotine, puntò sulla Hathaway. La pellicola fu accolta positivamente sia dai critici che al botteghino, incassando 165 milioni mondialmente.

Nel 2004 è stata protagonista della fiaba grottesca Ella Enchanted – Il magico mondo di Ella, dove ha dimostrato le sue abilità canore ma che ha ricevuto recensioni miste e ha fallito al box office.

Nello stesso anno è stato distribuito il sequel Principe azzurro cercasi, bocciato dalla critica ma che riscuote un buon successo.

Solo nel 2005 la Hathaway ha cominciato a recitare nei panni di personaggi diversi da quelli delle prime commedie, come in Havoc – Fuori controllo, nel quale interpreta una ragazza di buona famiglia che decide di darsi alla frequentazione di amici pericolosi, e in I segreti di Brokeback Mountain, dove affianca Heath Ledger e Jake Gyllenhaal, film vincitore del leone d’oro a Venezia e candidato all’Oscar, dove interpreta Lureen, moglie di un cowboy segretamente gay.

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Woody Allen

Woody Allen, pseudonimo di Heywood Allen (nato Allan Stewart Königsberg; New York, 1º dicembre 1935), è un regista, attore, sceneggiatore, comico, scrittore e commediografo statunitense, tra i principali e più celebri umoristi dell’epoca contemporanea.

Grazie all’intensa produzione cinematografica (con una media di quasi un film all’anno), ai testi comici e alle gag che ha iniziato a comporre già in età adolescenziale, è uno dei comici più apprezzati a livello internazionale. Lo stile raffinato e spesso cerebrale l’ha reso uno degli autori più rispettati, punto di riferimento della commedia statunitense moderna: è considerato «il più europeo» tra i registi statunitensi, sia per le tematiche affrontate sia per il successo dei suoi film, da sempre maggiore nel vecchio continente che in patria.

I temi affrontati da Allen, che spaziano dalla crisi esistenziale degli ambienti intellettuali alla rappresentazione spesso autoironica della comunità ebraica newyorkese, dalla critica alla borghesia fino alla critica del capitalismo, rispecchiano la sua passione per la letteratura, la filosofia, la psicoanalisi, la musica jazz, il cinema europeo, e soprattutto per la sua città natale, New York, dove vive e dalla quale trae continua ispirazione.

Vincitore di quattro premi Oscar, nel 1995 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Woody Allen nasce col nome di Allan Stewart Königsberg il 1º dicembre 1935 nel quartiere del Bronx (New York) da una famiglia ebrea di origine russo-austriaco-tedesca e di modesta condizione sociale. I nonni paterni, immigrati dalla Germania alla fine del XIX secolo, erano ebrei orientali aschenaziti di lingua tedesca, ebraica e yiddish.

Secondo alcuni la famiglia è originaria dell’Ungheria, anche se il cognome è un toponimo germanico, derivato da un nome di città come molti cognomi ebraici, e sembra riferirsi a Königsberg, nella Prussia Orientale, oggi denominata Kaliningrad e situata nell’exclave russa. Il padre, Martin Königsberg (1900-2001), lavora prima come incisore di gioielli presso un orafo, poi come cameriere a Manhattan e infine come tassista; la madre, Nettea Cherry (1908-2002), detta Netty, è impiegata come contabile presso un fioraio ed entrambi provengono da famiglie ebraiche recentemente emigrate dall’Europa.

Nel 1943 nasce sua sorella, Letty, con la quale da sempre ha uno stretto rapporto anche di tipo professionale (è produttrice dei suoi film). All’età di tre anni la madre lo porta al cinema a vedere Biancaneve e i sette nani (1937), film che affascina e segna indelebilmente il piccolo Woody; da allora, come ha raccontato successivamente in diverse interviste, la sala cinematografica diventa la sua seconda casa. Da ragazzo il suo film preferito era La fiamma del peccato (1944) di Billy Wilder.I titoli di testa originali del film La fiamma del peccato (1944) di Billy Wilder, il preferito di Allen da adolescente

Nel primo anno di scuola viene inserito in una classe avanzata, grazie al suo elevato quoziente d’intelligenza, ma sviluppa subito un odio per l’ambiente scolastico, diventando un ribelle, non svolgendo i compiti a casa, rispondendo male agli insegnanti e disturbando continuamente in classe. Sorprendentemente si dimostra molto abile negli sport e pratica pallacanestro, football americano, baseball, stickball, sia a scuola che nel quartiere; uno dei suoi favoriti è il pugilato, ma dopo diversi mesi di allenamento i suoi genitori gli chiedono di smettere.

Soprannominato dai compagni Red, “rosso”, per il colore della sua capigliatura, si distingue tra gli studenti per il suo straordinario talento nei giochi di carte e nei trucchi di magia, passione che ricorrerà spesso nelle sue opere. All’età di 15 anni partecipa due volte ad un’audizione per il programma televisivo The Magic Clown,per il quale esegue un trucco chiamato Passe-Passe Bottles, che tuttavia non viene messo in onda poiché il programma era destinato ai bambini e venivano utilizzate bottiglie di alcolici. Nel frattempo inizia anche a suonare il clarinetto.

Dopo aver frequentato la scuola ebraica per otto anni e quella pubblica, la Public School 99 (poi rinominata Isaac Asimov School) Allen viene iscritto alla Midwood High School di Brooklyn, dove conosce Mickey Rose, futuro coautore di alcune delle sue prime sceneggiature, con il quale condivide gli interessi per il basket, il baseball, il cinema e la musica jazz. Durante quegli anni vive sulla Avenue K, tra la 14ª e la 15ª Est. Frequenta anche la sinagoga e gli ambienti religiosi ebraici, ma per poco tempo: si allontana quindi dalla religione divenendo ateo, una caratteristica che ricorre in moltissime sue battute. Continua a dimostrare poco interesse per lo studio e la lettura, preferendo di gran lunga la scrittura di gag e barzellette, che spedisce ai giornalisti umoristici Walter Winchell e Earl Wilson, i quali, entusiasti del materiale ricevuto, decidono di contattare l’autore e di trovargli un agente.

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Robert De Niro

Robert Anthony De Niro Jr. (New York, 17 agosto 1943) è un attore, regista e produttore cinematografico statunitense con cittadinanza italiana.

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Attore prolifico e versatile, è considerato uno dei migliori attori della storia del cinema, soprattutto per l’importante produzione a cavallo tra gli anni settanta e gli anni novanta del XX secolo, in cui ha avuto modo di lavorare con rinomati registi in pellicole di enorme successo. Perfezionista noto per la maniacale preparazione e documentazione dei suoi ruoli, ha interpretato alcuni tra i più noti, travagliati e complessi personaggi apparsi sullo schermo. Ha inoltre ampliato la sua carriera auto dirigendosi in un paio di occasioni e ha contribuito alla nascita del TriBeCa Film Center.

È stato candidato per otto volte al Premio Oscar vincendolo in due occasioni: nel 1975 come miglior attore non protagonista nel ruolo del giovane Vito Corleone ne Il padrino – Parte II e nel 1981 come miglior attore protagonista per avere interpretato il pugile Jake LaMotta nel film Toro scatenato. Nel 2003 gli è stato assegnato un Life Achievement Award dell’American Film Institute come riconoscimento per il suo contributo alla storia del cinema e nel 2020 lo Screen Actor Guild Award alla carriera.

De Niro nasce nel Greenwich Village, un quartiere di Manhattan (New York), il 17 agosto del 1943, figlio unico di Robert De Niro Sr. (1922-1993), un artista statunitense di origini Irlandesi, albanesi e italiane (i nonni paterni di Robert Sr., Giovanni Di Niro – che per un mero errore di pronuncia fu trascritto in “De Niro” – e Angelina Mercurio, erano originari di Ferrazzano, in provincia di Campobasso, da cui emigrarono nel 1890 e di Virginia Admiral (1915-2000), una poetessa e pittrice statunitense di origini irlandesi, francesi, olandesi e tedesche.

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I suoi genitori divorziarono quando lui aveva due anni e Robert crebbe con la madre nel quartiere di Little Italy e qui acquisì le maggiori influenze culturali per le sue origini italiane: De Niro stesso, in effetti, si definisce principalmente come un italo-americano.

Ben presto l’obiettivo di De Niro divenne la recitazione e in tal modo, senza avere completato la scuola superiore, incominciò la sua folgorante carriera nel mondo del cinema, intrecciatasi per buona parte con quella di un altro “figlio” della Little Italy dell’epoca, il regista Martin Scorsese.

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Al Pacino

Al Pacino, all’anagrafe Alfredo James Pacino (New York, 25 aprile 1940), è un attore, regista, produttore cinematografico e direttore artistico statunitense.

Considerato uno dei migliori attori della storia del cinema, Al Pacino ha vinto il Premio Oscar nel 1993 (su 9 candidature totali) per l’interpretazione del tenente colonnello Frank Slade in Scent of a Woman – Profumo di donna. Nel corso degli anni ha interpretato personaggi rimasti impressi nella storia del cinema moderno e nella cultura popolare[4], tra cui gangster quali Michael Corleone nella trilogia de Il padrino (1972-1974-1990) di Francis Ford Coppola, Tony Montana in Scarface (1983) e Carlito Brigante in Carlito’s Way (1993), entrambi di Brian De Palma, Benjamin “Lefty” Ruggiero in Donnie Brasco (1997) di Mike Newell e il sindacalista Jimmy Hoffa in The Irishman (2019) di Martin Scorsese.

Altri ruoli per cui è noto sono il poliziotto Frank Serpico in Serpico (1973) e il rapinatore Sonny in Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975), entrambi di Sidney Lumet, il tenente della rapine e omicidi Vincent Hanna in Heat – La sfida (1995) e il giornalista Lowell Bergman in Insider – Dietro la verità (1999), entrambi di Michael Mann, Satana in L’avvocato del diavolo (1997) di Taylor Hackford e il coach degli Sharks in Ogni maledetta domenica – Any Given Sunday (1999) di Oliver Stone. Attore di formazione teatrale, ha vinto numerosissimi premi per le sue interpretazioni sul palcoscenico, dove predilige intensi ruoli shakespeariani[5] (Riccardo III, Shylock, Amleto, Giulio Cesare): dagli anni sessanta ha portato sul palcoscenico, tra le altre, opere di Bertolt Brecht, Eugene O’Neill, Oscar Wilde, David Mamet.

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Si è cimentato anche alla regia e sul piccolo schermo ha recitato nella miniserie televisiva Angels in America (2003), dove ha fatto incetta di premi per il ruolo del malato terminale di AIDS Roy Cohn; ha recitato nel ruolo di Jack Kevorkian nel film televisivo You Don’t Know Jack – Il dottor morte (2010), diretto da Barry Levinson e prodotto da HBO. La collaborazione con HBO è proseguita nel 2013 con Phil Spector, dove Pacino ha interpretato l’omonimo produttore discografico.

Pacino nasce ad East Harlem, un quartiere di Manhattan (New York), il 25 aprile del 1940, figlio di Salvatore Pacino (1922-2005), un venditore porta a porta di polizze assicurative italiano originario di San Fratello (Messina), emigrato da ragazzino negli Stati Uniti al seguito della famiglia, e di Rose Gelardi (1919-1962), una casalinga statunitense, figlia a sua volta di immigrati italiani originari di Corleone (Palermo). I genitori divorziarono quando il futuro attore aveva due anni ed il padre abbandonò la Grande Mela per la città di Covina (in California), dove si dedicò a tempo pieno alla ristorazione, lasciando ex moglie e figlio in condizioni di vita molto difficili. Ridotto praticamente in povertà, si trasferì con la madre nel South Bronx, trovando alloggio nella casa dei nonni materni.

Al cominciò a fumare all’età di nove anni e già a tredici aveva avuto esperienze con l’alcool e la marijuana; tuttavia non provò mai le droghe pesanti, anche perché rimase sconvolto dalla morte per overdose di due suoi amici intimi di 19 e 30 anni. Soprannominato “Sonny”, ma anche “l’attore” per via del suo temperamento, sognava di diventare un giocatore di baseball e non era attratto dagli studi: ha frequentato la Herman Ridder Junior High School. In seguito ha frequentato la High School of Performing Arts; la sua più grande scuola fu la strada: infatti, cresciuto nel Bronx, fu coinvolto in qualche rissa e a scuola era considerato un piantagrane.

Il giovane Pacino presentava numerose lacune scolastiche e venne bocciato più volte, finché, all’età di diciassette anni, decise di interrompere definitivamente gli studi. Sua madre non era d’accordo con questa sua decisione e perciò andò via di casa. Gli anni a seguire lo portarono a svolgere numerosi lavori tra cui: il facchino, il lustrascarpe e l’operaio. L’attore ha confessato al New York Post che all’età di vent’anni ha vissuto in Sicilia e «per mangiare e mantenere un tetto sopra la mia testa, decisi di vendere ad una donna più anziana di me l’unico bene che potevo offrire: il mio corpo». Nel 1961 è stato arrestato per porto abusivo d’arma da fuoco (cercò di giustificarsi dicendo che l’arma lo avrebbe aiutato ad immergersi più facilmente nel personaggio che avrebbe dovuto interpretare in un film), mentre l’anno seguente morì sua madre, all’età di 43 anni. Recitava in alcune commedie nei seminterrati dei sotterranei teatrali di New York e tentò di entrare alla prestigiosa Actors Studio, ma venne respinto; venne però ammesso ad essa sul finire degli anni sessanta.

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Leonardo Di Caprio

Leonardo Wilhelm DiCaprio (Los Angeles, 11 novembre 1974) è un attore, produttore cinematografico e attivista statunitense.

Acquisì fama internazionale nel 1997 grazie al ruolo in Titanic di James Cameron, al fianco di Kate Winslet. Nel corso della sua carriera ha collaborato con James Cameron, Baz Luhrmann, Danny Boyle, Clint Eastwood, Christopher Nolan, Steven Spielberg, Ridley Scott, Sam Mendes, Sam Raimi, Woody Allen, Alejandro González Iñárritu, Quentin Tarantino e soprattutto con Martin Scorsese, con cui ha stretto un sodalizio professionale sin dal 2002, considerandolo il suo mentore.

Nel 2016 vinse l’Oscar come miglior attore per la sua interpretazione di Hugh Glass in Revenant – Redivivo di Iñárritu. Tra i vari riconoscimenti ottenuti figurano anche sette candidature all’Oscar, tre Golden Globe su tredici candidature, uno Screen Actors Guild Award su undici candidature, un premio BAFTA su cinque candidature e due Critics Choice Awards su otto candidature. Nel 2014 fu nominato Messaggero della Pace dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, mentre nel 2016 fu inserito dalla rivista Time al primo posto tra le 100 persone più influenti del pianeta, nella categoria icona.

Leonardo Wilhelm DiCaprio è nato l’11 novembre 1974 a Los Angeles, in California, figlio di George DiCaprio (1943), un fumettista statunitense di origini italiane dal lato paterno. I bisnonni di Leonardo, Salvatore Di Caprio e Rosina Casella, erano originari di Napoli, secondo una notizia fatta circolare nel 1998, e la famiglia di Salvatore Di Caprio (1866) era

originaria di Alife. I due si sposarono il 24 settembre 1893 a Manhattan, mentre nel 1902 sarebbe nato il nonno dell’attore, George Leon DiCaprio (1902-1965). La madre, Irmelin Indenbirken (1945), era una segretaria tedesca, nata a Oer-Erkenschwick (Nord Reno-Vestfalia) da padre tedesco, Wilhelm Indenbirken, e da madre russa, Helene Indenbirken, nata Yelena Smirnova (1915-2008), immigrata in Germania nel 1924. Di nazionalità tedesca era anche la bisnonna paterna, Olga Anne Jacobs (1904-1984).

Il bambino fu chiamato Leonardo perché diede un calcio mentre la madre incinta stava osservando un dipinto di Leonardo da Vinci nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Nel 1974 la famiglia DiCaprio si trasferisce sulla West Coast e in seguito i genitori si separano; Leonardo è costretto quindi a vivere con la madre nella periferia di Los Angeles, al 1874 Hillhurst Avenue di Echo Park. A causa di alcuni problemi economici, i due saranno costretti a cambiare sistemazione in più occasioni, abitando nei distretti di Montecito Heights, Garvanza e Montebello. Frequentò

BEVERLY HILLS, CALIFORNIA – SEPTEMBER 19: Sharon Stone attends the LA premiere of Roadside Attraction’s “Judy” at Samuel Goldwyn Theater on September 19, 2019 in Beverly Hills, California. (Photo by Amy Sussman/Getty Images) LOS ANGELES, CALIFORNIA – JANUARY 19: Leonardo DiCaprio speaks onstage during the 26th Annual Screen Actors Guild Awards at The Shrine Auditorium on January 19, 2020 in Los Angeles, California. 721359 (Photo by Kevork Djansezian/Getty Images for Turner)

Graduate School of Education and Information Studies e dopo il diploma, conseguito dopo aver portato a termine il General Educational Development (GED), iniziò a dedicarsi alla recitazione a tempo pieno. Leonardo visitò spesso durante la giovinezza i nonni materni Wilhelm e Helene in Germania.

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Jean Paul Belmondo

Jean-Paul Belmondo (Neuilly-sur-Seine, 9 aprile 1933 – Parigi, 6 settembre 2021) è stato un attore francese.

Figlio di Paul Belmondo, uno scultore francese, nato nell’allora Algeria francese da genitori italiani (padre piemontese e madre siciliana), e di Sarah Rainaud-Richard, una pittrice francese, il giovane Jean-Paul si diploma al secondo tentativo presso il Conservatoire national supérieur d’art dramatique, mostra più interesse allo sport che alla scuola (in particolare al pugilato ed al calcio) e, dopo un breve servizio militare in Algeria, inizia il suo apprendistato di attore in teatro, ove recita in classici come L’avaro di Molière e, successivamente, Cyrano de Bergerac di Rostand.

L’esordio cinematografico avviene nel 1956 con il cortometraggio Molière di Norbert Tildian. Nonostante abbia interpretato già pellicole di un certo rilievo – come A doppia mandata (1959) di Claude Chabrol e La ciociara (1960) di Vittorio De Sica – il film che lo consacra come uno dei maggiori attori francesi presso pubblico e critica è Fino all’ultimo respiro (1960) di Jean-Luc Godard, che lo aveva già diretto precedentemente nel cortometraggio Charlotte et son Jules. Dopo il successo con il film di Godard, Belmondo viene contattato da Claude Sautet per recitare accanto a Lino Ventura nel suo noir Asfalto che scotta (1960), molto apprezzato dalla critica. Con l’interpretazione seria e malinconica di Eric Stark, Belmondo dimostra notevole talento e intensità drammatica.

Seguono successivamente le ottime prove recitative in film di buon successo, come Léon Morin, prete (1961) e Lo spione (1962), entrambi di Jean-Pierre Melville, maestro indiscusso del noir francese, regista che tra l’altro era apparso in un cameo nel film Fino all’ultimo respiro, nelle vesti dello scrittore Parvulesco. Nel 1963 Belmondo viene chiamato dal regista Renato Castellani per il suo Mare matto, dove interpreta brillantemente un marinaio livornese, innamorato di una pensionante (interpretata da Gina Lollobrigida) che poi si imbarcherà per trasportare un carico di vino, sotto la guida dell’ammiraglio (Odoardo Spadaro). La pellicola, pesantemente tagliata dal produttore Franco Cristaldi ma riscoperta oggi da molti critici, è un grande esempio di commedia all’italiana, con risvolti malinconici, che offre un grande spaccato dell’Italia degli anni sessanta. Nello stesso anno affianca Stefania Sandrelli ne Lo sciacallo.

Riconosciuto ormai come un divo fra i più popolari del cinema francese, con L’uomo di Rio (1964) di Philippe de Broca, Belmondo inizia la svolta del suo percorso artistico verso un filone più commerciale, tuttavia sempre molto apprezzato dal pubblico. Nel 1970 ottiene infatti un enorme successo internazionale con Borsalino, interpretato al fianco di Alain Delon. Ritornerà solo nel 1974 al cinema d’autore con Stavisky il grande truffatore di Alain Resnais, ma senza riscuotere particolari consensi.

Negli anni settanta si specializza nel genere poliziesco, interpretando spesso molte scene pericolose senza controfigura, intervallando la sua produzione con pellicole drammatiche: in questi anni lavora sotto la direzione di grandi registi come Henri Verneuil, Georges Lautner, Philippe Labro, Jacques Deray e Philippe de Broca. A partire dai tardi anni ottanta, tralasciando crepuscolari pellicole di genere poliziesco, guerra e commedia, come Professione:

UNSPECIFIED – JANUARY 01: Jean Paul Belmondo And Catherine Deneuve. 1969 (Photo by Keystone-France/Gamma-Keystone via Getty Images)

poliziotto (1983), Irresistibile bugiardo (1984), L’oro dei legionari (1984) e Tenero e violento (1987), Belmondo privilegia il teatro, ma ottiene ancora un grande riconoscimento dal cinema nel 1989, quando riceve il Premio César per il migliore attore per il film Una vita non basta di Claude Lelouch.Belmondo nel 2013

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La mattina dell’8 agosto 2001 è colpito da un’ischemia cerebrale che lo allontana dal grande schermo e dal teatro fino al 2008, quando torna al cinema come protagonista del remake francese di Umberto D. di De Sica. Il 18 maggio 2011 è insignito della Palma d’oro alla carriera durante la 64ª edizione del Festival di Cannes. Nel 2016, assieme con il regista Jerzy Skolimowski, gli è assegnato il Leone d’oro alla carriera alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

2763471 By a beautiful Summer Morning; (add.info.: Jean-Paul Belmondo in Par un beau Matin d\’Ete Crime On a Summer Morning by JacquesDeray 1965); Diltz; .

Il 6 settembre 2021 Belmondo muore nella sua casa di Parigi all’età di 88 anni e viene successivamente sepolto nel cimitero di Montparnasse.

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Alberto Sordi

Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003) è stato un attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore italiano.

Fra i più importanti attori del cinema italiano, ha recitato in 160 film ed è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi, un quartetto al quale sono generalmente accostati anche Marcello Mastroianni e Monica Vitti. Inoltre, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, fu tra i massimi esponenti della romanità cinematografica.

Alberto Sordi nacque il 15 giugno 1920 in via San Cosimato 7, nel rione di Trastevere, ultimo figlio di Pietro Sordi (Valmontone, 14 maggio 1879 – Roma, 4 giugno 1941), professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbassa dell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, e di Maria Righetti (Sgurgola, 11 febbraio 1889 – Roma, 29 febbraio 1952), insegnante elementare. La famiglia era composta anche dalla sorella Savina (Roma, 1911 – Udine, 19 agosto 1972), dal fratello Giuseppe (Roma, 1915 – Livorno, 24 agosto 1990) e dalla sorella Aurelia (Roma, 15 luglio 1917 – Roma, 12 ottobre 2014), mentre il terzogenito, anch’egli di nome Alberto, era morto il 24 maggio 1916 dopo pochi giorni di vita.

Trascorse parte dell’infanzia nella cittadina di Valmontone e frequentò la scuola elementare “Armando Diaz”, dove iniziò a improvvisare piccole recite con un teatrino di marionette.Cantò inoltre come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina diretto da don Lorenzo Perosi, fino alla precoce trasformazione della voce in basso, divenuta poi una delle sue caratteristiche distintive. Studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica per un certo periodo della giovinezza.

Nel 1936 incise un disco di fiabe per bambini per la casa discografica Fonit e con il ricavato partì per Milano, dove si iscrisse al corso di recitazione all’Accademia dei filodrammatici. Per trasferirsi al nord abbandonò gli studi all’Istituto di Avviamento Commerciale “Giulio Romano” di Trastevere (conseguì comunque come privatista il diploma di ragioniere alcuni anni più tardi per fare contenta la madre).  L’esperienza ebbe un esito fallimentare e si concluse con l’espulsione del giovane Sordi a causa della sua percepibile inflessione dialettale romanesca.

Rientrato nella capitale, nel 1937 trovò lavoro come comparsa a Cinecittà, apparendo nel film kolossal Scipione l’Africano in un ruolo da generico soldato romano. Nello stesso anno vinse un concorso indetto dalla Metro-Goldwyn-Mayer per doppiare la voce di Oliver Hardy (inizialmente presentandosi con lo pseudonimo Albert Odisor),insieme a Mauro Zambuto, che prestava la voce a Stan Laurel. Come Sordi stesso ebbe a raccontare nel programma televisivo Laurel & Hardy – Due teste senza cervello, si presentò alle audizioni privo di esperienza specifica di doppiaggio e con poche aspettative di successo, considerata la concorrenza di professionisti affermati del settore;fu il direttore della MGM a ritenere il suo registro basso e il timbro di voce «caldo e pastoso»un connubio ideale per la notevole mole del personaggio(nonostante la voce di Hardy fosse in realtà nel registro tenorile); fu dunque scritturato senza indugi, debuttando nel ridoppiaggio della comica Sotto zero nel 1939, seguita dal lungometraggio I diavoli volanti nello stesso anno. Nel 1938 apparve sempre come comparsa nel film La principessa Tarakanova con Anna Magnani.Stanlio e Ollio (Stan Laurel e Oliver Hardy), il duo comico per il quale Sordi prestò la voce a Ollio a partire dal 1939

Il 25 giugno 1950, Sordi ebbe l’occasione di incontrare e doppiare dal vivo Hardy, nascosto dietro il sipario assieme a Zambuto, in occasione di una tournée italiana della coppia comica a Villa Aldobrandini a Roma, dove era stato organizzato uno spettacolo per bambini. Come doppiatore, Sordi lavorò fino al 1956; oltre a numerosi altri film di Stanlio e Ollio, diede la voce, tra gli altri, a Bruce Bennett, Anthony Quinn, John Ireland, Robert Mitchum, Pedro Armendáriz e, per gli italiani, a Franco Fabrizi e persino Marcello Mastroianni, nel film Domenica d’agosto del 1950.

La sua voce è riconoscibile anche nei film di Frank Capra La vita è meravigliosa (1946) e di Vittorio De Sica Ladri di biciclette (1948),nonché nel film di Alessandro Blasetti Prima comunione (1950) e ne I pinguini ci guardano del 1956 (ultimo suo lavoro come doppiatore), dove gli animali presenti nella pellicola parlano con le voci di famosi attori. In due occasioni, tuttavia, si trovò come interprete a essere doppiato da un altro attore: nel film Cuori nella tormenta diretto da Carlo Campogalliani nel 1940, venne doppiato da Gualtiero De Angelis, e nel film Il Passatore, diretto da Duilio Coletti nel 1947, dove interpretava il ruolo di un brigante, gli prestò la voce Carlo Romano.

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Vincent Cassel

Vincent Cassel, all’anagrafe Vincent Crochon (Parigi, 23 novembre 1966), è un attore, produttore cinematografico e doppiatore francese.

Figlio d’arte dell’attore e ballerino Jean-Pierre Cassel e della giornalista gastronomica Sabine Litique (sposata Sabine Cassel-Lanfranchi), di origini corse. Nasce e cresce nel quartiere di Montmartre. Nel 1980 sua madre si trasferisce con un amico del marito a New York per portare avanti la loro relazione, divorziando da Jean-Pierre.

Lì Sabine lavora per la rivista Glamour e nel 1985 entra a far parte del gruppo di fondazione di Elle, prima di diventare consulente per grandi ristoranti. Vincent vive quindi viaggiando, soprattutto tra Francia e Stati Uniti, imparando l’inglese e lavorando come assistente alla fotografia per la rivista co-fondata dalla madre. In gioventù studia canto e danza, diciassettenne si iscrive alla scuola circense di Annie Fratellini e dai sedici anni studia recitazione sia a New York che a Parigi.

Dopo una piccola comparsa in Les clés du Paradis di Philippe de Broca nel 1991, conosce Mathieu Kassovitz, suo conterraneo, con il quale gira Meticcio (1993), L’odio (1995) e I fiumi di porpora (2000). Le riprese di L’odio coincidono con quelle di un altro film fondamentale per l’attore francese: L’appartamento, sul set del quale conosce Monica Bellucci, presto compagna e in seguito sua moglie, con la quale partecipa nei successivi otto anni ad altri sei film: DobermannCome mi vuoiUnruly – Nessuna regolaIl patto dei lupiIrréversible e Agents secrets. 

Approda poi a Hollywood prendendo parte a Ocean’s Twelve (2005) e Ocean’s Thirteen (2007). Sua è la voce francese di Hugh Grant per un paio di film e negli anni duemila diventa la voce ufficiale francese anche di Diego, protagonista della serie L’era glaciale. Sua è la voce originale di Monsieur Hood in Shrek.

Cassel ricopre quasi sempre personaggi duri, spregiudicati e violenti. Tra le sue interpretazioni più significative in tal senso, si segnalano quella dell’aggressore in Derailed – Attrazione letale, quella di un bifolco e grottesco contadino nel film horror – da lui pure prodotto – Sheitan, ruolo per il quale Cassel sfoggia mimiche inusuali e un pesante trucco facciale, e infine quello dell’ambiguo killer russo nel thriller di David Cronenberg La promessa dell’assassino.

Grazie alla parte del gangster francese Jacques Mesrine, interpretato nel dittico del 2008 Nemico pubblico N. 1 – L’istinto di morte e Nemico pubblico N. 1 – L’ora della fuga, ha vinto il Premio César per il migliore attore.

Nel 2009 incide con Zap Mama una nuova versione di Parole parole, portata al successo in Francia anni prima da Dalida e Alain Delon; in tale occasione incide la propria parte in portoghese, mentre l’altra, cantata, rimane in francese, afferma di averlo fatto per non sembrare una brutta copia dell’attore. Nel 2010 recita nel film Il cigno nero di Darren Aronofsky. Nel 2013 recita nel film In trance del regista Danny Boyle. Nel 2015 è, insieme a Salma Hayek, protagonista del film Il racconto dei racconti – Tale of Tales di Matteo Garrone, presentato in concorso al Festival di Cannes.

Nel 2020 interpreta Engerraund Serac, antagonista principale della terza stagione della serie HBO Westworld – Dove tutto è concesso.

Ha un fratello minore, Mathieu Cassel, produttore musicale e rapper conosciuto con il nome di Rockin’ Squat, e una sorellastra minore da parte paterna, Cécile Cassel, attrice e cantante.

Il 3 agosto 1999 sposa Monica Bellucci, conosciuta nel 1996 sul set del film L’appartamento. La coppia ha avuto due figlie: Deva, nata il 12 settembre 2004, e Léonie, nata il 21 maggio 2010. Nell’agosto 2013, dopo 14 anni di matrimonio, la coppia annuncia la separazione.

Dal 2011 l’attore sostiene il capo Raoni nella lotta contro la diga di Belo Monte in Brasile, in piena foresta amazzonica, che oltre a costringere numerose tribù a uno spostamento forzato, potrebbe causare danni alla biodiversità locale.

Il 24 agosto 2018 sposa in seconde nozze la modella italo-francese Tina Kunakey. Il 19 aprile 2019 la coppia annuncia la nascita della loro bambina, Amazonie.

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Sophia Loren

Sophia Loren, pseudonimo di Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone (Roma, 20 settembre 1934), è un’attrice italiana,considerata una delle più grandi attrici della storia del cinema.

L’American Film Institute l’ha inserita al ventunesimo posto tra le maggiori interpreti femminili di tutti i tempi, ed è stata onorata con una stella sulla celebre Hollywood Walk of Fame.

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Entra a far parte della settima arte molto giovane e si impone agli inizi degli anni cinquanta, grazie ai suoi ruoli in film commedia come Pane, amore e… e in pellicole di stampo hollywoodiano, come ad esempio Un marito per Cinzia e La baia di Napoli. Verrà diretta nel 1960 da Vittorio De Sica ne La ciociara, per il quale vinse il Premio Oscar, il primo dato ad un’attrice italiana per un film italiano. Nel 1991 le viene assegnato l’Oscar onorario. Altri suoi film che hanno fatto la storia del cinema italiano sono Una giornata particolareIeri, oggi, domani e Matrimonio all’italiana.

Durante la sua carriera è stata diretta, tra gli altri, da Sidney Lumet, Charlie Chaplin, Martin Ritt, George Cukor, Henry Hathaway, Dino Risi, Mario Monicelli, Ettore Scola e Vittorio De Sica e ha recitato accanto a Marcello Mastroianni, Marlon Brando, Cary Grant, John Wayne, Clark Gable e altri ancora. Ha vinto numerosi riconoscimenti, inclusi due premi Oscar, cinque premi Golden Globe, un Leone d’oro, un Grammy Award, una Coppa Volpi al Festival di Venezia, un Prix al Festival di Cannes, un Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, un premio BAFTA, undici premi David di Donatello e quattro premi Nastri d’argento.

Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone nacque a Roma, figlia di Romilda Villani (1910-1991), insegnante di pianoforte, e di Riccardo Mario Claudio Scicolone (1907-1976), affarista nel settore immobiliare. La madre aveva vinto nel 1932 un concorso per andare a Hollywood come sosia di Greta Garbo, ma per la forte opposizione dei suoi genitori rinunciò. Il padre (figlio del marchese agrigentino Scicolone Murillo) riconobbe la paternità della bambina, che chiamò con il nome di sua madre, Sofia, di origine veneta; tuttavia, rifiutò sempre di sposare Romilda che, per le conseguenti ristrettezze economiche si trasferì con la piccola Sofia da Roma a Pozzuoli, presso la sua famiglia dove Sofia trascorse l’infanzia e i primi anni dell’adolescenza, durante la seconda guerra mondiale, in condizioni economiche precarie.

Il porto e il magazzino di munizioni di Pozzuoli venivano spesso bombardati dalle forze aeree degli Alleati e nel corso di uno di questi bombardamenti, mentre Sofia correva nel rifugio antiaereo, fu colpita da una scheggia di shrapnel, che la ferì al mento. Dopo questo incidente, la famiglia si trasferì a Napoli, dove fu ospitata da lontani parenti; la nuova città e la sua cultura, e in particolare Pozzuoli, saranno presenti costantemente nella vita e nella carriera della Loren, che in molti film recita in napoletano. Dopo la guerra, insieme alla famiglia, tornò a Pozzuoli dove la nonna Luisa aprì nel salotto un piano-bar, vendendo liquori di ciliegia fatti in casa, mentre Romilda suonava il piano, la sorella Maria cantava e Sofia badava ai tavoli e lavava le stoviglie. Il posto divenne popolare presso i soldati americani, acquartierati nelle vicinanze.

A quindici anni vinse il suo primo concorso di bellezza e con il premio in denaro tornò a Roma insieme alla madre in cerca di successo ma entrambe vennero denunciate dal padre che non accettava la carriera della figlia nel mondo dello spettacolo, per una presunta attività di prostituzione nella casa romana ma tutto si risolse con un chiarimento di fronte alle forze dell’ordine. A Roma partecipò a vari concorsi di bellezza, fra cui Miss Italia del 1950 dove venne eletta Miss Eleganza; posò inoltre per fotoromanzi e partecipò a diverse pellicole cinematografiche come comparsa o in ruoli marginali che a poco a poco le portarono visibilità, essendo centrati sulle sue qualità estetiche. In un solo anno furono una quindicina i film nei quali fu scritturata.

Cosa dice la gente

Il modo per cominciare è smettere di parlare e iniziare ad agire.

Walt Disney

Sono le nostre scelte, Harry, che mostrano ciò che realmente siamo, molto più delle nostre abilità.

J. K. Rowling

Non piangere perché è finita, sorridi perché è accaduto.

Dr. Seuss

Monica Bellucci

Monica Bellucci (Città di Castello, 30 settembre 1964) è un’attrice e modella italiana.

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Considerata una delle più celebri sex symbol a cavallo tra gli anni 1990 e 2000,[1][2] nella sua carriera ha preso parte a svariati film di notevole successo internazionale, fra cui Dracula di Bram Stoker di Francis Ford Coppola, Malèna di Giuseppe Tornatore, Matrix Reloaded e Matrix Revolutions di Larry e Andy Wachowski, La passione di Cristo di Mel Gibson, I fratelli Grimm e l’incantevole strega di Terry Gilliam e Spectre di Sam Mendes, ed è stata molte volte protagonista di pellicole destinate a far discutere a causa delle scene di violenza in esse contenute: fra le più note Dobermann e Irréversible.

Nel 2003 è la prima donna italiana cui viene affidato il ruolo di madrina alla 56ª edizione del Festival di Cannes.[3] Nel 2004 diventa la prima personalità non francese scelta ad attivare l’illuminazione degli Champs Élysees nella tradizionale cerimonia natalizia.[4][5] È stata membro della giuria in rappresentanza dell’Italia al Festival di Cannes del 2006,[6][7][8] e torna ad essere madrina dello stesso nel 2017, in occasione della 70ª edizione.[9][10] Su invito dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences diventa membro fisso nella minoranza italiana votante dell’accademia,[11] esprimendo per la prima volta il voto nel 2018 in occasione della 90ª edizione dei Premi Oscar.[12]

Figlia unica di Pasquale Bellucci, impiegato di un’azienda di trasporti, e di Brunella Briganti, casalinga, cresce a Selci-Lama, una frazione di San Giustino, nel tifernate. Dopo avere ottenuto la maturità classica presso il liceo “Plinio il Giovane” a Città di Castello, comincia a lavorare come modella per pagarsi gli studi presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia, che tuttavia abbandona nel 1988 per trasferirsi a Milano e dedicarsi completamente alla moda e alla recitazione.[13]

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Sposa molto giovane il fotografo italiano di origine argentina Claudio Carlos Basso con una cerimonia molto riservata, ma i due si separano nel giro di qualche mese.[14][15] Dal 1990 ha una relazione di circa sei anni con l’attore italiano Nicola Farron, finché sul set del film L’appartamento, conosce l’attore francese Vincent Cassel. I due si sposano il 3 agosto 1999 a Montecarlo[15] e hanno due figlie, nate entrambe in Italia, a Roma, per volontà dell’attrice[14]: Deva, il 12 settembre 2004 e Léonie, il 21 maggio 2010.[20] Nell’agosto 2013, dopo alcune voci riportate da una rivista di gossip francese, l’ufficio stampa dell’attrice annuncia tramite ANSA la separazione di Monica dal marito dopo quattordici anni di matrimonio, definendola “di comune accordo”.[21] I due non avevano mai vissuto insieme per lunghi periodi e l’attrice ha sempre dichiarato di fare una vita “nomade”, spostandosi soprattutto fra Italia, Parigi e Londra (dove dal 2003 possiede un appartamento nel quartiere Chelsea[22]), a differenza del marito, che appena libero da impegni cinematografici si reca a Rio De Janeiro.

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Dal 2011, tuttavia, la coppia aveva occasionalmente trascorso con le figlie del tempo in Brasile, dove nell’autunno 2012[23] e nel gennaio 2013[24] l’attrice annuncia un imminente trasferimento.[25][26] La sua permanenza nella città carioca durerà non molte settimane, prima della separazione definitiva. Da allora l’attrice risiede con le figlie a Parigi. Quattro anni dopo, nel marzo 2017, il sito Dagospia pubblica un articolo in cui vengono riportati alcuni dettagli della doppia vita che l’attore francese conduceva a Rio alle spalle della moglie.[27]

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 Tali indiscrezioni, che sarebbero le ultime reali motivazioni del divorzio voluto da lei, verranno pienamente confermate, seppur con riserbo, nelle interviste all’attrice nei mesi successivi.[28] Dal settembre 2016 possiede anche un’abitazione a Lisbona,[29] dove ha dichiarato di volersi trasferire.

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Si è dichiarata agnostica, nonostante abbia ricevuto un’educazione cattolica.[30] Oltre all’italiano parla correntemente il francese e l’inglese; conosce anche il portoghese e lo spagnolo.[31] Ha inoltre recitato in aramaico, persiano, serbo, latino, in un dialetto del sud francese e in diversi dialetti italiani. Il 27 settembre 2009 è tra i firmatari dell’appello rivolto alle autorità svizzere per il rilascio del regista Roman Polański, detenuto in attesa di essere estradato negli Stati Uniti.[32] Il colonnello Valerio Gildoni era suo cugino

Nicole Kidman

. (Photo by Mike Marsland/Mike Marsland/WireImage)

Nicole Mary Kidman (Honolulu, 20 giugno 1967) è un’attrice, produttrice cinematografica e produttrice televisiva australiana con cittadinanza statunitense.

Nel corso della sua carriera si è aggiudicata numerosi riconoscimenti, tra cui un premio Oscar, quattro Golden Globe, un premio BAFTA, un Orso d’argento al Festival del cinema di Berlino, sei AACTA Awards, due premi Emmy, un Critics’ Choice Award ed uno Screen Actors Guild Award. Essendo nata da genitori australiani nelle Hawaii, ha la doppia cittadinanza australiana e statunitense. Fondatrice e proprietaria della casa di produzione Blossom Films, è un’ambasciatrice di buona volontà per l’UNICEF dal 1994 e per UNIFEM dal 2006. Nel 2006 è stata insignita del titolo di Compagno dell’Ordine dell’Australia.

CANNES, FRANCE – MAY 22: Nicole Kidman attends the “The Killing Of A Sacred Deer” photocall during the 70th annual Cannes Film Festival at Palais des Festivals on May 22, 2017 in Cannes, France. (Photo by Mike Marsland/Mike Marsland/WireImage)
(Photo by Mike Marsland/Mike Marsland/WireImage)

Si è imposta all’attenzione internazionale per i suoi ruoli in film come Ore 10: calma piatta (1989), Billy Bathgate – A scuola di gangster (1991) e Cuori ribelli (1992); nel 1995, grazie al ruolo di Suzanne Stone nel film Da morire (1995) di Gus Van Sant, viene elogiata dalla critica, tanto da aggiudicarsi, per questo ruolo, il suo primo Golden Globe come miglior attrice in un film commedia o musicale. Successivamente recita in un altro film di successo, Ritratto di signora (1996).

Tra la fine degli anni novanta e i primi anni duemila che Nicole Kidman raggiunge l’apice della propria carriera cinematografica, interpretando ruoli molti impegnativi in diversi generi di film, quasi tutti, comunque, dal taglio parecchio atipico e sperimentale e che risultano in grado di valorizzare pienamente il suo talento recitativo e che ne consolidano il successo: Eyes Wide Shut (1999) di Stanley Kubrick, il thriller The Others (2001), il musical Moulin Rouge! (2001), che rivela anche le sue doti canore e grazie al quale si aggiudica il secondo Golden Globe come miglior attrice in un film commedia o musicale e la prima candidatura all’Oscar come miglior attrice, Moulin Rouge (2002) Ritorno a Cold Mountain (2003), Birth – Io sono Sean (2004) e, soprattutto, The Hours (2002) di Stephen Daldry, nel quale interpreta la scrittrice inglese Virginia Woolf, riscuotendo enormi consensi di critica e aggiudicandosi, fra gli altri premi, l’Orso d’Argento alla miglior attrice al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, il Golden Globe alla miglior attrice in un film drammatico, il premio BAFTA alla miglior attrice protagonista e l’Oscar alla miglior attrice.

La terza candidatura all’Oscar come miglior attrice l’ha ricevuta per la sua interpretazione nel film Rabbit Hole (2010), mentre la quarta nomination – stavolta come miglior attrice non protagonista – l’ha ottenuta per il film Lion – La strada verso casa (2016). In seguito si è aggiudicata il suo quarto Golden Globe e due Premi Emmy per la sua magistrale interpretazione di Celeste Wright nella serie televisiva di successo Big Little Lies – Piccole grandi bugie (2017-2019). Negli ultimi anni, Nicole Kidman ha riscosso ulteriore successo grazie a film come Boy Erased – Vite cancellate (2018), Destroyer (2018), Bombshell – La voce dello scandalo (2019) e alla miniserie televisiva The Undoing – Le verità non dette (2020). Insieme a Geoffrey Rush, Russell Crowe e Cate Blanchett, è l’unica attrice australiana ad aver vinto il premio Oscar.

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Ornella Muti

Ornella Muti, pseudonimo di Francesca Romana Rivelli (Roma, 9 marzo 1955), è un’attrice italiana.

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Tra le più note attrici italiane, ha vinto numerosi premi: una Targa d’oro ai David di Donatello (1976), due Grolle d’oro, migliore attrice (1979), alla carriera (1998), tre Globi d’oro, migliore attrice (1982, 1988), alla carriera (2007), tre Ciak d’oro, migliore attrice protagonista (1988, 1989), Ciak d’oro speciale (2018), un Premio Pasinetti per l’attrice al Festival del Cinema di Venezia (1988) e due Nastri d’argento come migliore attrice protagonista (1988, 1989), su cinque candidature, di cui due come migliore attrice non protagonista.

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Ha ricevuto inoltre tre candidature come migliore attrice protagonista ai David di Donatello (1982, 1988, 1989) e una come migliore attrice agli European Film Awards (1988)

Milano – “Chiambretti nights” – Ornella Muti (Alberto Terenghi / IPA/Fotogramma, Milano – 2011-04-03) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

Nella sua carriera ha interpretato vari generi, lavorando al fianco di registi come Damiano Damiani, Mario Monicelli, Dino Risi, Marco Ferreri, Carlo Verdone, Ettore Scola, John Landis, Francesca Archibugi, Woody Allen, Paolo Virzì, Umberto Lenzi e Francesco Nuti.

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Julianne Moore

Julianne Moore, nata Julie Anne Moore Smith (Fort Bragg, 3 dicembre 1960), è un’attrice e scrittrice statunitense.

Ritenuta una delle migliori attrici della sua generazione, è stata candidata cinque volte all’Oscar, vincendolo nel 2015, si è aggiudicata anche tre Golden Globe a fronte di dieci candidature, un Premio BAFTA, due Screen Actors Guild Awards, due Critics’ Choice Awards e due Premi Emmy; inoltre è la seconda attrice donna nella storia (dopo Juliette Binoche) ad aver completato la cosiddetta tripla corona europea della recitazione, ad essere cioè stata premiata a tutti e tre i principali festival cinematografici europei: l’Orso d’argento al Festival di Berlino, un Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes e due Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla Mostra del cinema di Venezia.

Dopo aver conseguito una laurea in teatro presso l’Università di Boston, inizia la propria carriera ricoprendo ruoli in alcune serie televisive, tra cui la soap opera Così gira il mondo. Il suo debutto cinematografico avviene nel 1990 con il film I delitti del gatto nero, mentre ha ottenuto successo a livello internazionale con Nine Months – Imprevisti d’amore (1995) e Il mondo perduto – Jurassic Park (1997).

A partire da fine anni Novanta, viene acclamata dalla critica per il lavoro svolto in diverse pellicole cinematografiche. Ottiene le sue prime due candidature al Premio Oscar grazie alle interpretazioni in Boogie Nights – L’altra Hollywood (1997) e Fine di una storia (1999), mentre viene candidata ai Premi Oscar 2003 sia come migliore attrice che come migliore attrice non protagonista rispettivamente per Lontano dal paradiso e The Hours. Nel 2012 veste i panni della politica Sarah Palin nel film per la televisione prodotto da HBO Game Change, per cui vince il suo primo Golden Globe e il secondo Premio Emmy.

Per la sua magistrale interpretazione di Alice Howland in Still Alice (2014), si aggiudica il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico, il BAFTA alla migliore attrice protagonista, lo Screen Actors Guild Award per la migliore attrice cinematografica e soprattutto il Premio Oscar alla migliore attrice.

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Benefici del parlare con uno sconosciuto Di FRANCESCA BARBA

sesso-con-uno-sconosciutoVi è mai capitato di ritrovarvi a parlare del più e del meno con uno sconosciuto, uno che poi è uscito dalla vostra vita esattamente come vi era entrato e di pensare che sia stata una delle migliori conversazioni mai avute della vostra esistenza?

Se la risposta è affermativa, sappiate che non siete i soli.

Alcune ricerche effettuate dalla University Chicago of Booth School of Business e condotte da Nicholas Epley e Juliana Shroeder, attraverso alcuni esperimenti hanno dimostrato che la “chiacchiera con lo sconosciuto” (che può avvenire in una sala d’attesa, su un autobus, con il vicino durante un volo, ecc.) ha di fatto effetti benefici sull’umore.

L’esperimento, effettuato grazie all’aiuto di alcuni pendolari reclutati nelle stazioni di Chicago,

consisteva nel dividersi tra “oratori” e “solitari”. I primi, con il compito di “attaccare bottone” con degli sconosciuti durante il loro viaggio; i secondi con il compito di mantenere la loro condizione di “silenziosità”.

NINO-E-VITALIANOIl risultato è stato  che tutti i pendolari “oratori” hanno ammesso che parlare con uno sconosciuto durante il tragitto è stato piacevole, tanto che il viaggio è sembrato loro più breve. Anche gli “sconosciuti”, parti non consapevoli dell’esperimento, successivamente intervistati hanno espresso  la stessa buona sensazione.

Epley ha affermato che “gli oratori sembravano tutti più felici rispetto ai solitari”.

Ma come mai la “chiacchiera con lo sconosciuto” è cosi benefica?

Oscar Brenifier, che nei suoi corsi di filosofia pratica insegna l’arte del dialogo, afferma che “la storia ci ha mostrato che spesso il dialogo anche con chi non si conosce è un’esperienza liberatoria, da cui deriva piacere e la sensazione di un successo personale”.

In un virtuale elenco di benefici, le due parole scambiate con uno sconosciuto possono portare a riflessioni più profonde, alla sensazione di sentirsi in contatto con il mondo, alla rassicurante consapevolezza del “saper parlare”.

castle-21Secondo Enrica Quaroni, docente di Programmazione neolinguistica ai Manager, “quando si parla si riattivano i circuiti neuronali che esponono alle esperienze emotive. Si rafforza l’opinione di se e dell’altro e si rimettono in circolo emozioni con cui si aveva il bisogno di fare i conti. Inoltre si crea una variazione – anche se momentanea – tale per cui si attiva l’apprendimento per differenza”.

Per beneficiare di questi effetti positivi però, è necessario rompere la cosiddetta “psicotrappola della difesa in anticipo” ovvero quel meccanismo – appunto – di difesa che crea un circolo vizioso del rifiuto.

Bisogna imparare a comunicare partendo dal “non verbale”: uno sguardo, un sorriso rivolto ad un sconosciuto innesca un processo di accoglienza, fa sentire le persone accettate, importanti e attiva i cosiddetti neuroni specchio.

Ma attenzione: il benessere derivato da un incontro con uno sconosciuto vale quanto una seduta

terapeutica e come tale deve avere un inizio ed una fine. Non una amicizia, quindi, né la ricerca di un nuovo amore ma pura relazione umana. Una vera medicina per l’anima.

        Francesca Barba

Citazioni e fonti: Corriere.it-University Chicago of Booth School of Business-Nicholas Elpey-Juliana Shroeder-Oscar Brenifier-Enrica Quaroni